venerdì 16 dicembre 2011

NATALE 2011


 Quando si dice Natale….
Una parola vuota che spetta a noi riempire.
Ripartire da un Bimbo che nasce in una stalla
e riscoprire i volti delle persone,
la tenerezza della solidarietà
e la necessità dell’impegno sociale.
Allora …BUON NATALE 
avrà ancora senso
.
Questo è il nostro augurio.

mercoledì 14 dicembre 2011

Ripa Teatina, un paese alla ricerca di un'anima


di Graziano Esposito

Mancano pochi mesi al rinnovo dell'amministrazione comunale e, come capita alla fine di un decennio amministrativo, si è soliti fare un resoconto per guardare la situazione del paese.
Ai problemi sociali generali che ogni comunità ha per i noti sviluppi economici, Ripa vi ha aggiunto l’assenza cronica di una progettualità che possa indicare al paese una strada per il futuro.
Questa carenza progettuale ha costretto l’amministrazione comunale a navigare a vista, a spendere le poche risorse disponibili per tamponare qua e la, alcune richieste dei cittadini, a volte giustificate altre volte meno.
Nel tempo passato, nei momenti di difficoltà, la comunità, per darsi coraggio,  andava alla ricerca del calore umano che nasce dallo stare insieme. La carenza che ci sentiamo di rimarcare nasce dall’ abbandono di ogni politica culturale. Le poche lodevoli iniziative sono da ascriversi alla tenacia delle associazioni locali; ma è l’assenza di un’azione continua e qualificata, che faccia riscoprire l’identità del paese che pesa di più. Non è sufficiente celarsi dietro la mancanza di fondi; paesi vicini al nostro hanno ben altra vivacità sociale e culturale con gli stessi problemi finanziari.  
Nella cittadina aleggia una sensazione di distacco tra chi dovrebbe tenacemente promuovere e sostenere cultura e il resto dei cittadini. Credo che quest’aspetto sia stato talmente trascurato tanto da ridurre il paese in un contesto socialmente moribondo. Le strade paesane, continuamente deserte, sembrano confermare questo giudizio.
C’è da augurarsi che nuove energie e nuovi entusiasmi possano ridare il vigore della speranza e la giusta concordia a una comunità stanca.

domenica 6 novembre 2011

Ricostruzione - Cinque11


5 novembre 2011, anche noi tra le migliaia di persone che hanno riempito Piazza San Giovanni a Roma con bandiere e striscioni a manifestare per un grande Paese che merita un futuro migliore.

 Ore 17.30 - Il Segretario del PD Pier Luigi Bersani conclude la splendida kermesse del PD, sulle note di Neffa "Cambierà". E dice: "Noi siamo questo...Quello che si vede in questa piazza,...quello che tornando a casa è pronto a muoversi piazza per piazza, casa per casa, per dire alle italiane e agli italiani: noi ci siamo. Noi siamo con voi. Abbiate fiducia, assieme cambieremo le cose, assieme ce la faremo. L’Italia ce la farà. Viva l’unità per la Ricostruzione, viva il Partito Democratico, viva l’Italia!"
Ore 17.20 - "Siamo il primo Partito del Paese, non siamo più un esperimento! Noi la discussione la rivendichiamo, in nessuna democrazia del mondo c'è uno che parla per tutti, questo è populismo...se ci chiamiamo Partito democratico è perchè rivendichiamo un punto di vista autonomo...".
Ore 17.15 - "Sono questi i cinque problemi dell'Italia e che dobbiamo guardare in faccia: poca crescita economica, finanza, pubblica amministrazione che non gira, servizi fondamentali, dalla sanità alla scuola al trasporto pubblico in affanno, e diseguaglianze sociali tra Nord e Sud...".
Ore 17.10 - "Dobbiamo pensare alla politica industriale, alla ricerca, alle tecnologie italiane, alle reti, all’efficienza energetica, all’economia verde, al nostro made in Italy a partire dal potenziale che può esprimere il Mezzogiorno...Salvatori della patria non ce ne sono ...ci si può salvare tutti assieme"...
Ore 17.05 - "Nessuno sarà abbandonato, nessuna scelta sarà dimenticata ma il lavoro dei giovani sarà la bussola. Perché se l’Italia vuole avere un futuro deve mettere al lavoro la nuova generazione. Sappiamo anche da dove cominciare...dalla politica, dalla sua riforma...".
Ore 17.00 - "Noi chiamiamo tutto questo Ricostruzione. E’ il messaggio di Piazza San Giovanni. Ricostruzione. Ricostruzione della fiducia e della speranza. Ricostruzione di una democrazia costituzionale piena e funzionante. Ricostruzione di un patto sociale e di sviluppo sostenibile. Di una nuova mappa di diritti umani, civili, sociali e insieme di nuovi doveri e responsabilità verso gli altri".
Ore 16.50 - "L'Italia è un grande Paese e ha un popolo che ha sempre avuto la forza di rialzarsi e partire. Anche per questo tra le cose che ci indignano di più è vedere il nostro Paese sbeffeggiato, vedere che all'estero dell'Italia si ride. Non era mai accaduto e non lasceremo che accadra' mai piu''.
Ore 16.45 - "Questa manifestazione si svolge nel cuore di un'emergenza drammatica per l'Europa e per l'occidente e ancora più drammatica per l'Italia. Proprio la coscienza della difficoltà ci spinge a pronunciare oggi una promessa e a stringere un patto con le grandi forze del progressismo europeo...".
Ore 16.40 - Bersani ha voluto salutare immediatamente con grande affetto i giovani democratici "aggrediti vigliaccamente mentre attaccavano dei manifesti contro le mafie da quei delinquenti fascisti che girano ancora a Roma impuniti...".
Ore 16.35 -"Cominciamo oggi stesso da San Giovanni, lanciando una grande sottoscrizione per un aiuto concreto. Da questa piazza un abbraccio commosso ai cittadini colpiti dalla catastrofe...."
Ore 16.33 - "Grazie a voi, Democratiche e Democratici, Amici e Compagni, Cittadine e Cittadini che siete qui con noi. Voglio esprimere prima di ogni altra cosa lo sgomento per la drammatica alluvione che ha investito la Liguria e prima ancora la Toscana e che ci lascia in ansia anche in queste ore"..
Ore 16.28 - Dalla platea si innalza il canto dell'inno nazionale, all'ingresso del Segretario del PD Pier Luigi Bersani, accolto con grande calore e affetto da tutta la piazza.
Ore 16.25 - Saluti a Sigmar Gabriel, presidente Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) che intervendo sul palco, auspica in tutta l'Europa una politica a favore dei giovani. "Tassare gli speculatori finanziari ... La disoccupazione giovanile uno dei più grandi scandali in Europa. Lavoriamo insieme per un'Europa giusta" .
Ore 16.20 - Video messaggio di François Hollande, candidato del PSF alle elezioni presidenziali francesi del 2012. La Kermesse del PD conferma il suo taglio europeo. E Hollande chiede il ritorno di governi socialdemocratici in Italia, Francia e Germania.
Ore 16,10 - I presentatori della kermesse del PD leggono un messaggio del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia: "...Il governo Berlusconi e la sua maggioranza hanno dimostrato un'idea rapace e squallida di gestione del potere e dei beni pubblici nella quale prevalgono l'opportunismo e l'arroganza. Questa piazza però rappresenta un'Italia che non vuole sottrarsi alle responsabilità,che non vuole cedere all'egoismo, che non ha paura di rimboccarsi le maniche e di lavorare per il proprio futuro e per il futuro del nostro Paese, per il bene quindi non di pochi ma di tutti. Questa piazza vuole, come vogliamo tutti noi, una Italia migliore!...".
Ore 16.00 - E Vecchioni ha riportato il sole nella piazza, con le sue poesie ed infervorato i cuori..."Per il bastardo che sta sempre al sole, per il vigliacco che nasconde il cuore, per la nostra memoria gettata al vento da questi signori del dolore". "Cultura significa libertà"! Conclude tra gli applausi il cantautore.
Ore 15.50 - "Chiamami ancora amore!" E la piazza canta emozionata, seguendo le parole di Vecchioni. "...Per il poeta che non può cantare per l’operaio che non ha più il suo lavoro per chi ha vent’anni e se ne sta a morire in un deserto, come in un porcile e per tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero così belli a gridare nelle piazze perché stanno uccidendo il pensiero...!"
Ore 15. 45 - "Se ne deve andare via tra un minuto, tra un secondo perchè ha tutti contro: operai, sindacati, Confindustria e i leader stranieri. Lo dico perchè sono italiano e amo la mia terra". Così Roberto Vecchioni, dal palco della manifestazione del PD a San Giovanni, chiede le dimissioni del premier Silvio Berlusconi. Il cantautore ha voluto dire la sua e ha proposto che 'giovedì tutti indossino qualcosa di arancione per fargli capire che deve andare via'.
Ore 15.35 - "Partiamo col dare un calcio in c.... ad una persona". Queste le forti parole del cantautore Roberto Vecchioni, che applaudito dalla folla ha iniziato a cantare sul palco, sulle note di "Sogna, ragazzo sogna".
Ore 15.30 - Dalla piazza si eleva un grido unanime: "Vergogna", mentre scorrono sullo schermo le immagini di un RVM: "Berlusconi: non c'è crisi".
Ore 15.25 - "Fin da ora si può parlare di un successo in termini di partecipazione, piazza San Giovanni è piena di manifestanti e le vie di accesso sono gremite da persone che con la loro presenza intendono esprimere l'esigenza di cambiamento. Le immagini della piazza sono già di per se un chiaro segnale politico". Questi i commenti di Nico Stumpo, responsabile organizzazione del PD.
Ore 15.20 - Lancio della clip di presentazione di Jorge Burgos, Vicesegretario del Partito democratico cileno. Discorso di Burgos: "C'è la speranza di un mondo migliore e da questa piazza questa speranza siete voi". Ore 15.10 - Collegamento video con Berna, a testimonianza di quanto anche gli italiani nel mondo vogliano virtualmente partecipare a questa grande manifestazione.
Ore 15.05 - Il tricolore è il simbolo dominante di una giornata in cui il PD chiede "per un grande Paese, un futuro migliore". A cominciare dalla gestione del territorio. Viene mostrato sullo sfondo del palco un cartello grafico per la raccolta fondi del PD per le alluvioni.
Ore 14.55 - La cronaca della manifestazione è trasmessa anche sul maxischermo, tramite i tweet del canale @pdnetwork. Usando l'hashtag #cinque11
Ore 14.50 - Cantano i Marlene Kuntz. Anche il palco è tricolore con pannelli e luci verdi, rosse e bianche. Al centro campeggia la scritta “Ricostruzione. Un grande Paese merita un futuro migliore”, mentre ai lati viene ripetuta la frase 'In nome del popolo italiano', una volta su sfondo verde una volta su sfondo rosso.  
Ore 14. 40 - Immagini proiettate degli arrivi in treno dei militanti e simpatizzanti, provenienti da tutta Italia e video delle testimonianze e dei volti, raccolte da Youdem. Migliaia di tricolori e tante bandiere con sole cinque lettere: "Basta". Il PD riempie piazza San Giovanni e lancia al governo un messaggio esplicito sulle note di 'Bella Ciao'. 
Ore 14.35 - Ospite sul palco Laura Boldrini, portavoce UNHCR, intervistata da Ciampoli. Viene lanciato sullo sfondo un video con immagini di profughi in cerca di aiuto."No all'indifferenza - dice Boldrini - no alla chiusura", riprendendo le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Ore 14.25 - Migliaia le persone che arrivano dai parcheggi e dalle stazioni della Capitale e che hanno organizzato delle"passeggiate collettive verso la manifestazione". Diversi striscioni e slogan in piazza, come: 'Italia una e indivisibile'.
Ore 14.10 - Sul palco il cantante Ziggy e la sua band
Ore 14.05 - Interviene Alessandra Rossi, Assessore all'Ambiente di Calice al Cornoviglio - La Spezia, Cinque Terre -
Ore 13.45 - E' partita la raccolta fondi promossa dal PD in piazza San Giovanni per le popolazioni alluvionate della Lunigiana e della Liguria. In occasione della manifestazione nazionale del Partito, diversi stand sono stati allestiti per la sottoscrizione pubblica in sostegno delle province colpite in questi giorni dalle forti piogge.
Ore 13.45 - Il Segretario PD Pier Luigi Bersani è arrivato a Piazza San Giovanni. E' stato accolto da grandi applausi e ha salutato la folla assiepata dietro le transenne.
Ore 13.40 - In una 'Invasione' di bandiere del PD e tricolori a piazza San Giovanni è iniziato il concerto deiMed Free Orkestra
Ore 13.30 - Cristiano Bucchi e Arianna Ciampoli aprono la kermesse del Partito democratico
Ore 13.15 - Alcuni striscioni sono stati esposti in diversi punti dell'area dedicata all'iniziativa: tra questi uno che recita 'La Costituzione italiana è la più bella del mondo', un altro con le caricature di Tremonti, Berlusconi e Bossi.
Ore 13.00 - Piazza San Giovanni comincia a scaldarsi, con l'arrivo di fiumi composti e colorati di militanti e simpatizzanti del Partito democratico, mentre Roberto Vecchioni termina il soundcheck con la sua band.

Video del Circolo su YouTube

lunedì 31 ottobre 2011

giovedì 22 settembre 2011

RACCOLTA FIRME PER REFERENDUM MODIFICA LEGGE ELETTORALE


E’ necessario modificare al più presto l’attuale legge elettorale per portare rimedio ai gravi danni che essa provoca al nostro sistema politico.

I suoi principali difetti: le liste bloccate, il premio di maggioranza, le deroghe alla soglia di sbarramento e l’obbligo di indicazione del candidato premier.

1. Liste bloccate. Le liste bloccate privano gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti e ledono irrimediabilmente l’equilibrio tra i poteri. Un Parlamento di “nominati” non ha infatti alcun reale potere nei confronti del Governo e del Presidente del Consiglio.
2. Il premio di maggioranza. Così esiste solo in Italia e ha effetti opposti a quelli auspicati. Attribuendo il 55% dei seggi alla lista che ottiene un voto più delle altre (anche se ha il 35% dei voti), questo meccanismo obbliga anche i partiti maggiori alla ricerche di qualsiasi voto utile. La conseguenza sono coalizioni sempre più ampie e inevitabilmente eterogenee. Nessuna stabilità del governo, anzi: frammentazione della maggioranza di governo e paralisi della sua attività.
3. Soglia di sbarramento. L’attuale soglia di sbarramento al 2% per le liste collegate in coalizione è un ulteriore incentivo alla frammentazione. Mantenere una soglia unica al 4% garantisce la presenza alla Camera dei partiti più rappresentativi, “costringendo” le forze minori ad unioni reali (un unico simbolo, un’unica lista) senza scorciatoie come le coalizioni elettorali. Al Senato il sistema dei collegi consentirà nelle Regioni più grandi la rappresentanza anche di forze decisamente minori
4. Indicazione del candidato premier. L’obbligo di indicare il candidato Capo del governo interferisce con le prerogative del Presidente della Repubblica che può e deve scegliere in assoluta autonomia. Inoltre tale meccanismo tende a trasformare il nostro sistema da parlamentare in semi-presidenziale senza i contrappesi dei sistemi presidenziali.

Il Circolo PD di Ripa Teatina appoggia il Comitato Referendario "Io Firmo" allestendo un banchetto per la raccolta firme Domenica 25 Settembre presso i portici antistanti Piazzetta Orientale a Ripa Teatina dalle ore 10,00 alle ore 13,00.

Il comitato promotore sottolinea che l'iniziativa referendaria vuole essere uno stimolo per indurre il parlamento a modificare l'attuale legge elettorale che è causa di «un finto bipolarismo che riversa la frammentazione politica in ciascuno dei due schieramenti garantendo l'ingovernabilità del Paese».

Il termine improrogabile per la raccolta e la consegna in Corte di Cassazione delle 500.000 firme è il 26 settembre 2011

http://www.referendumleggeelettorale.it
http://www.referendumelettorale.org 


lunedì 19 settembre 2011

RESOCONTO FESTA DEMOCRATICA RIPA TEATINA 2011

La nostra politica ha inizio da fine del 2009 in corrispondenza delle primarie che decretarono Segretario Nazionale Pierluigi Bersani, abbiamo aperto il Circolo in via Nicola Marcone, aperto a chiunque per informare e dibattere sulle questioni politiche e non solo, abbiamo da sempre puntato all'informazione dei cittadini fornendoci di bacheche, di un sito internet/blog, di contatti (e-mail e telefono), di un profilo su facebook. Il sistema di contatto e d'informazione con la gente ci ha consentito di recepire le istanze dei concittadini e di attuare informazione a mezzo manifesti e denuncia politica.

Ad oggi il PD è l'unico partito organizzato a Ripa Teatina che fa iniziativa politica, promuove incontri, si confronta con i cittadini.

Ricordiamo alcune iniziative:
- Convegno su Aldo Moro con la presenza della figlia Maria Fida e del regista del film proiettato;
- I° festa democratica nel giugno del 2010;
- Incontro con il consigliere provinciale Angelo Radica per illustrare la campagna promossa dal gruppo PD alla Provincia di Chieti denominata "PROVINCIA DI CHIETI ASSENTE";
- Raccolta di 200 firme contro la petrolizzazione della nostra zona e contro il pedaggio dell'asse attrezzato;
- Incontro sui referendum con la presenza di autorità locali e regionali.

In questi appuntamenti abbiamo avuto sempre la massima disponibilità di dirigenti del partito, il Segretario Regionale Silvio Paolucci, il Consigliere e Capogruppo PD alla Regione Abruzzo Camillo D'Alessandro ed il Senatore Giovanni Legnini.

Siamo stati nel contempo propositivi riguardo alcune iniziative rivolte al comune di Ripa:
- per la video sorveglianza
- per il disagio giovanile
- per la sistemazione della strada Chieti-Tollo nel tratto di Ripa Teatina
- per rivedere la TARSU
- per l'adesione del “COMUNE PER IL SI’ ALL’ACQUA PUBBLICA”
- per tante segnalazioni che nel tempo hanno avuto una sistemazione

e vogliamo fare ancora di più, ancora tanto.

Insomma è un partito in buona salute a Ripa Teatina, così come lo è a livello regionale e nazionale.

Il recente successo in Abruzzo nelle amministrative, il risultato dei referendum, i sondaggi di preferenza, indica il forte consenso del Partito Democratico ed il centro sinistra torna a vincere, indicando che il vento sta cambiando.

Noi siamo a testa alta, come in passato quando tutto era sfavorevole, noi c'eravamo allora e ci siamo ancora, più motivati di prima per essere realtà di governo a Ripa Teatina.

Ci sono novità importanti nell'ultima finanziaria, la riduzione dei trasferimenti in favore dei comuni, la riduzione del numero di consiglieri nei comuni al di sotto dei 5000 abitanti, noi siamo tra quelli, attualmente per Ripa Teatina il numero scende da 17 a 12, ma il decreto legge del 13/08/11, che speriamo non diventi definitivo, prevede un'ulteriore taglio a 7 consiglieri, presumibilmente 5 di maggioranza e 2 di minoranza, insomma si prevedono tempi duri per le amministrazioni locali.

Questo contesto di grandi difficoltà ci spinge ad aprirci alla società locale, ai movimenti, alle associazioni, ai gruppi di cittadini più o meno organizzati.

Sentiamo prima che il diritto, il dovere di dare il nostro contributo di lavoro, di sostegno, di collaborazione alla vita amministrativa del nostro comune ed anche alla sua vita sociale cercando di ricreare in paese quel clima di solidarietà fra la gente ed il piacere d'incontrarsi e di discutere e di trattenersi insieme in piazza.

Questo spirito manca e bisogna ricercarlo per non vedere più il nostro paese vuoto, in certi giorni quasi come un deserto spettrale.

Il PD promuoverà un'alleanza di centro-sinistra aprendo un dialogo con tutte le forze di buona volontà per un'alleanza ampia, al fine di condividere un candidato e stilare le linee programmatiche per le prossime amministrative che si svolgeranno nella primavera del 2012.

Il messaggio che diamo è chiaro, noi ci siamo e faremo la nostra parte con chi vorrà condividere il nostro progetto politico per una svolta programmatica forte nel nostro paese, ma se sarà necessario, saremo in grado di andare avanti anche da soli.

sabato 20 agosto 2011

FESTA DEMOCRATICA 2011

Il Circolo PD di Ripa Teatina organizza la II° FESTA DEMOCRATICA con tanta musica, comizi e degustazioni gastronomiche.

PROGRAMMA DELLA FESTA:

Sabato 3 settembre
ore 20,00 apertura stand gastronomici
ore 20,30 inizio esibizioni musicali
- ABSINTHIUM RockBand
- DEFT CREEPERS
- JOICE MANZO
- HELLS BELLS (AC/DC tribute band)
nell'intervallo intervento del Sen.Giovanni Legnini e Silvio Paolucci (Segretario Regionale PD)

Domenica 4 settembre
ore 20,00 apertura stand gastronomici
ore 20,30 inizio balli in piazza con l'Orchestra "LUCIO CUPIDO"
nell'intervallo intervento di Camillo D'Alessandro (Consigliere e Capogruppo PD Regione Abruzzo)
a seguire esibizione della scuola di ballo "ARDENA DANCING CLUB" di Ripa Teatina

Tutte le sere sarà possibile degustare arrosticini, salsiccia, panino con porchetta, pizza fritta, patatine fritte, birra alla spina e vini locali

mercoledì 29 giugno 2011

Finalmente la rotonda in località “Iconicella”

Tommaso Coletti risponde all'appello del Segretrario del Circolo PD di Ripa Teatina e, anche se con rammarico, dà certezza all'intervento in zona Iconicella di Ripa Teatina.

Anche se con notevole ritardo, nei prossimi giorni sarà indetta la gara di appalto per la messa in sicurezza della S.P. Chieti-Tollo, nel Comune di Ripa Teatina, nel tratto che comprende l’incrocio di “Iconicella” dove l’intervento prevede la realizzazione di una rotonda per far defluire, in sicurezza, il consistente traffico quotidiano.

Proprio oggi, 29.06.2011, è stato approvato il progetto esecutivo dell’intervento, atto propedeutico all’indizione della gara di appalto.

L’intervento è stato programmato dalla passata Amministrazione Provinciale per un importo di 700.000 euro. Infatti con delibera n. 53 del 07.02.2008, la Giunta Provinciale ha approvato il progetto di massima affidando ai tecnici, Arch. Cappelletti ed Ing. Canonico, la redazione del progetto esecutivo per la contrazione del mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti.

Nel frattempo si è insediata l’attuale amministrazione provinciale che ha disposto la riduzione del finanziamento da 700.000 euro a 400.000 euro ed oggi, dopo la concessione del mutuo, finalmente, può essere indetta la gara di appalto per l’esecuzione dei lavori.

Il sen. Tommaso Coletti, Presidente della Provincia all’epoca dell’avvio della iniziativa ed oggi consigliere provinciale, sollecitato in questi giorni dal portavoce del PD locale, Gianluca Visco, dopo aver verificato l’iter della pratica, esprime rammarico e, nello stesso tempo, soddisfazione.

Rammarico, dice Coletti, perché l’intervento è stato ridotto da 700.000 euro a 400.000 euro e soddisfazione perché, finalmente si porta a compimento un intervento molto atteso dai cittadini.
Il progetto esecutivo che sarà appaltato nei prossimi giorni dagli uffici della Provincia, conclude Coletti, oltre alla messa in sicurezza del tratto di strada provinciale che esce da Ripa Teatina e va verso l’autostrada, comunque prevede la realizzazione della rotonda in località “Iconicella”, teatro, attualmente, di frequenti incidenti a causa della congestione del traffico.

giovedì 23 giugno 2011

ENNESIMO INCIDENTE ALL'ICONICELLA DI RIPA TEATINA, APPELLO A TOMMASO COLETTI

 
Il segretario del Circolo PD di Ripa Teatina scrive a Tommaso Coletti sollecitandolo a risolvere gl'interventi sulla S.P. Chieti-Tollo nel tratto che attraversa Ripa Teatina.

Carissimo Tommaso Coletti, dopo l'ennesimo incidente avvenuto in data 23/06/2011, nei pressi dello svincolo dell'Iconicella a Ripa Teatina, mi trovo costretto a sollecitare un suo intervento affinchè si risolva la sistemazione della viabilità sul tratto di strada provinciale Chieti-Tollo di Ripa Teatina.

Poteva essere di gran lunga più grave il bilancio dell'incidente avvenuto nella mattinata del 23/06/2011, come potevano averne altri avvenuti nei mesi scorsi, se non addirittura tragici come quello avvenuto nel 2005 dove perse la vita una donna di 42 anni.

E' l'ennesimo incidente che richiama a provvedere urgentemente alla messa in sicurezza della strada di tutto il tratto urbano di Ripa Teatina presente sulla strada provinciale Chieti-Tollo, lavori approvati con delibera di Giunta Provinciale n.53 del 07/02/2008 (http://www.mapweb.it/ap_chieti/pratiche/getDoc.php?f=documenti%2Fdoc_261274_0.rtf) che prevede l’allargamento della strada, il rifacimento del manto stradale, la costruzione di marciapiedi, il rifacimento del sistema di raccolta della acque piovane, la costruzione di rotatorie, la sistemazione delle fermate degli autobus.

Lavori approvati dalla Giunta Provinciale di cui lei era allora Presidente e proprio per il suo interessamento alla necessità di dare una messa in sicurezza a questo tratto stradale, che la richiamo a questo appello, affinchè si porti a realizzare al più presto quanto progettato.

Mi creda, su questo tratto di strada provinciale (Chieti-Tollo) si rischia la vita costantemente, sia percorrendolo a piedi che in automobile, dato dall'incuria più totale dovuta alla mancanza di segnalazione orizzontale, la scarsa chiarezza di quelle verticali, la mancanza di manutenzione del manto stradale, l'assenza di pulizia di bordi e cunette, la mancanza di dissuasori di velocità, le fermate dell'autobus sprovviste di piazzole e pensiline.

Un buon amministratore deve far quadrare i conti, ma la politica non può essere incurante dell'incolumità e tutela della sicurezza dei cittadini.

Cordialmente,
Gianluca Visco
(Segretario Circolo PD di Ripa Teatina)

martedì 14 giugno 2011

RISULTATI TOTALI A RIPA TEATINA REFERENDUM 2011



“È stato un risultato eccezionale – ha dichiarato Bersani – la grande partecipazione popolare ha detto chiaramente che il governo viaggia su una strada diversa rispetto alla volontà del Paese. Il governo vive in un altro emisfero. Ora tocca a noi dare risposte positive attraverso un nuovo programma di politiche energetiche alternative al nucleare e un piano nazionale di gestione del ciclo dell'acqua. La politica, la buona politica dovrà dare la mano alla spinta civica: questa è la chiave giusta per il Paese. È stato un risultato straordinario, un risultato pieno di di speranza e di fiducia per il cambiamento”.

RISULTATI TOTALI A RIPA TEATINA REFERENDUM 12 E 13 GIUGNO 2011:

Elettori: 3.327
Votanti: 1.789 - 53,77 %
Sezioni pervenute: 3 su 3

REFERENDUM 1
SERVIZI PUBBLICI LOCALI
SI: 1.688 - 95,80 %
NO: 74 - 4,20 %
Schede bianche: 16 - 0,89 %
Schede nulle: 11 - 0,61 %
Schede contestate e non assegnate: -

REFERENDUM 2
TARIFFA SERVIZIO IDRICO
SI: 1.710 - 96,77 %
NO: 57 - 3,23 %
Schede bianche: 15 - 0,83 %
Schede nulle: 7 - 0,39 %
Schede contestate e non assegnate: -

REFERENDUM 3
ENERGIA ELETTRICA NUCLEARE
SI: 1.700 - 95,88 %
NO: 73 - 4,12 %
Schede bianche: 10 - 0,55 %
Schede nulle: 6 - 0,33 %
Schede contestate e non assegnate: -

REFERENDUM 4
LEGITTIMO IMPEDIMENTO
SI: 1.680 - 95,62 %
NO: 77 - 4,38 %
Schede bianche: 17 - 0,95 %
Schede nulle: 14 - 0,78 %
Schede contestate e non assegnate: -

giovedì 2 giugno 2011

REFERENDUM 2011: LE RAGIONI DEL SI'


- Primo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che dà l'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico?

- Secondo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto sulla tariffa dell'acqua, indipendentemente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica?

- Terzo quesito (Centrali Nucleari) Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano?

- Quarto quesito (Legittimo Impedimento) Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica?

A tutti questi quesiti vota SI

Si deve votare SÌ
 se si è contro la privatizzazione dell’acqua e contro la gestione dei servizi idrici da parte di privati.
 
Si deve votare SÌ 
se si è contro la norma che permettere il profitto (non il recupero dei costi di gestione e di investimento, ma il guadagno d’impresa) nell’erogazione dell'acqua potabile.
 
Si deve votare SÌ 
se si è contro la costruzione di centrali nucleari in Italia.

Si deve votare SÌ 
se si è contrari al principio che Presidente del Consiglio o i Ministri possano decidere di non comparire in tribunale nei processi che li riguardano.

Come per ogni referendum bisognerà raggiungere il quorum, il 50% più uno degli aventi diritto dovrà recarsi alle urne per rendere il referendum valido, per far valere i nostri diritti di cittadini, capaci di dare risposta a leggi che remano contro di noi.


Referendum 2011, i quesiti sull'acqua pubblica 
Referendum 2011, il quesito sul nucleare 
Referendum 2011, il quesito sul legittimo impedimento 

VIDEO 

martedì 31 maggio 2011

RIPA TEATINA: "COMUNE PER IL SI' ALL'ACQUA PUBBLICA".


E' stato approvato l'ordine del giorno presentato al Consiglio Comunale di Ripa Teatina del 25/05/2011 dal Gruppo di Minoranza sull'adesione del Comune alla campagna referendaria per l'acqua pubblica.

Con n. 17 voti favorevoli su n. 17 consiglieri presenti e votanti il Consiglio Comunale delibera di aderire alla campagna referendaria per la ripubblicizzazione dell’acqua, promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, e impegnarsi a sostenerla attivamente.
In conseguenza dell’adesione alla campagna referendaria, dichiara il proprio Comune “COMUNE PER IL SI’ ALL’ACQUA PUBBLICA”.

Di seguito è riportato il testo presentato all'ordine del giorno:

Oggetto: Si scrive acqua si legge democrazia - Adesione alla campagna referendaria “L’ACQUA NON SI VENDE”, contro la privatizzazione dell’acqua.

Premesso che

l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;

la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana e si estrinsecano nell’impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero;

la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future), qualità della risorsa e rispetto degli equilibri ecologici;

il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi;

la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico essenziale di interesse generale e di rilevanza locale pertanto non soggetto alla disciplina della concorrenza, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del D.Lgs n. 267/2000 con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale.

Considerato invece che

Il processo di privatizzazione dell'acqua trova concreta attuazione con:

L’art. 23 bis della Legge n. 133/2008, come modificato dal Decreto Legge 25 settembre 2009 n.135, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
L’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi stabilisce infatti, come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico, l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.
Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%.

L’art. 150 del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), relativo alla scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato.
L’articolo definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico.

L’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), comma 1, dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
Tale norma consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.

Considerato infine che

per impedire il processo di privatizzazione e mantenere concretamente vivi i principi di universalità e pubblicità dell'acqua, il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, ha promosso tre quesiti referendari;

la Corte Costituzionale, in data 12 gennaio 2011, ha ammesso due dei tre quesiti referendari e che i prossimi 12 e 13 giugno tutti gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sul futuro dell'acqua.

Tutto ciò premesso e considerato,

IL CONSIGLIO COMUNALE

Aderisce alla campagna referendaria per la ripubblicizzazione dell'acqua, promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, e si impegna a sostenerla attivamente.

In conseguenza dell'adesione alla campagna referendaria, dichiara il proprio Comune "COMUNE PER IL SI' ALL'ACQUA PUBBLICA".

lunedì 30 maggio 2011

ELEZIONI, PAOLUCCI (PD): “L’ABRUZZO VOLTA PAGINA”


“L’Abruzzo volta pagina. Dopo aver conquistato due settimane fa la maggioranza dei centri fra i 5 mila e i 15 mila abitanti, oggi con i risultati dei ballottaggi il segno politico arrivato dagli elettori è inequivocabile. Il Pd e il centrosinistra tornano ad essere vincenti e forza di governo, gli abruzzesi premiano l’innovazione, il cambiamento e l’unità”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci.
“In pochi mesi il nuovo gruppo dirigente del Pd ha ricostruito un’alternativa forte insieme con le associazioni, le liste civiche e le altre forze del centrosinistra. A Vasto, Lanciano e Francavilla siamo riusciti a interpretare il bisogno di buongoverno dei cittadini scegliendo candidati credibili e in fortissima sintonia con le città. A Roseto, nonostante una campagna elettorale generosa e appassionata, la sconfitta ci impone di aprire una riflessione. Il dato complessivo tuttavia è trasparente: il Pd e il centrosinistra vincono queste elezioni”.
“Ai tanti che hanno creduto nel nostro progetto di cambiamento” dice Paolucci “dico che ora abbiamo più responsabilità, perché bisogna cambiare le città che governiamo e continuare ogni giorno la nostra battaglia civica per cambiare l’Abruzzo. I cittadini hanno mandato un messaggio chiarissimo al governo Berlusconi e a Chiodi: bisogna voltare pagina. Chiodi non si aggrappi alla sua arroganza e ammetta che quella dei cittadini abruzzesi è una bocciatura piena. Il nuovo Pd non deluderà i cittadini che oggi mostrano di sperare in un Abruzzo diverso”.

domenica 22 maggio 2011

ENNESIMO INCIDENTE ALL'ICONICELLA DI RIPA TEATINA

di Gianluca Visco

Poteva essere di gran lungua più grave il bilancio dell'incidente avvenuto nel pomeriggio di ieri, 21 maggio 2011, all'incrocio dell'Iconicella di Ripa Teatina che ha visto coinvolto un giovane del paese, fortunatamente rimasto illeso.

E' l'ennesimo incidente che richiama a provvedere urgentemente alla messa in sicurezza della strada di tutto il tratto urbano di Ripa Teatina presente sulla strada provinciale Chieti-Tollo.

Un incidente, che nella sua dinamica, si sarebbe sicuramente evitato se sull'incrocio fosse stata attrezzata una rotonda.

Infatti, vi è un progetto, approvato con delibera di Giunta Provinciale n.53 del 07/02/2008 (http://www.mapweb.it/ap_chieti/pratiche/getDoc.php?f=documenti%2Fdoc_261274_0.rtf) che prevede l’allargamento della strada, il rifacimento del manto stradale, la costruzione di marciapiedi, il rifacimento del sistema di raccolta della acque piovane, la costruzione di rotatorie, la sistemazione delle fermate degli autobus, ma ad oggi, ancora nessuno di questi interventi è ancora iniziato.

Su questo tratto di strada provinciale (Chieti-Tollo) si rischia la vita costantemente, sia percorrendolo a piedi che in automobile, gli incidenti su questa strada sono frequenti e negli ultimi anni persino uno mortale.

I cittadini residenti in zona Iconicella hanno presentato al Presidente della Provincia di Chieti una raccolta di firme per richiamare gli impegni assunti dall’ente provinciale, proprietario e gestore della strada.

Quanto tempo si dovrà ancora aspettare?

http://www.facebook.com/group.php?gid=276798652847&v=photos#!/group.php?gid=276798652847&v=wall

venerdì 29 aprile 2011

1° maggio 2011

venerdì 22 aprile 2011

25 APRILE 2011

martedì 5 aprile 2011

GRAVE INCIDENTE ALL'ICONICELLA

Di Gianluca Visco

In data 04/04/2011 una giovane donna di 24 anni è stata coinvolta in un grave incidente, vicino all’incrocio della Iconicella, dalla dinamica ancora da chiarire.

Su questo tratto di strada provinciale (Chieti-Tollo) si rischia la vita costantemente, sia percorrendolo a piedi che in automobile, gli incidenti su questa strada sono frequenti e negli ultimi anni persino uno mortale.

L'ultimo intervento effettuato su questa strada è stato nel 2005, con la ridisegnazione della segnaletica orizzontale che ad oggi è completamente scomparsa, soprattutto sull'incrocio dell'Iconicella dove qualunque mezzo di qualunque portata si appropria della precedenza tagliandolo a velocità elevatissime.

Diversi negli ultimi anni sono stati gli interventi di sensibilizzazione per la messa in sicurezza:

- una raccolta di firme da parte dei cittadini residenti in zona Iconicella presentata al Presidente della Provincia di Chieti per richiamare gli impegni assunti dall’ente provinciale, proprietario e gestore della strada;

- da parte del Circolo PD di Ripa Teatina è stata consegnata al Comune di Ripa Teatina, tramite il Gruppo di Minoranza, una richiesta per la realizzazione, in prossimità dello svincolo dell’Iconicella, di un’area attrezzata con pensilina per la sicurezza delle persone in attesa del pullman;

- è stato creato su facebook un gruppo chiamato "VOGLIAMO LA ROTONDA ALL'ICONICELLA";

- diversi gli articoli pubblicati su mezzi d'informazione locale.

Ad oggi, la Provincia di Chieti approva l'intervento programmato dal 2008 per la messa in sicurezza della S.P. Chieti-Tollo nel tratto di RIPA TEATINA, ma dimezzando gli importi e allungando i tempi di realizzazione.

Rimane l'amaro in bocca, dopo che la Provincia di Chieti ha ricevuto la Targa Blu, quale premio per le strade provinciali con meno incidenti mortali, apprendere dell'ennesimo grave incidente all'Iconicella di Ripa Teatina, proprio sul tratto stradale Chieti-Tollo.

Qui si tratta solo di richiamare il buon senso al di là delle mere speculazioni propagandistiche e provvedere urgentemente alla messa in sicurezza della strada di tutto il tratto urbano presente sulla strada provinciale Chieti-Tollo con l’allargamento della strada, il rifacimento del manto stradale, la costruzione di marciapiedi, il rifacimento del sistema di raccolta della acque piovane, la costruzione di rotatorie, la sistemazione delle fermate degli autobus.

Quanto tempo si dovrà ancora aspettare?

mercoledì 30 marzo 2011

Il nucleare e l'acqua: nessun dorma

Di Stella Bianchi

Il 12 e il 13 giugno prossimi i cittadini avranno la possibilità di decidere su tre questioni importanti che riguardano la vita e il futuro di ognuno di noi. Per noi del Partito democratico la scelta è chiara: un sì contro il legittimo impedimento, un sì contro il nucleare, un sì per l`acqua pubblica e contro la privatizzazione forzata imposta dal governo Berlusconi e una nostra proposta di legge per il governo pubblico del servizio idrico integrato.
Abbiamo sempre espresso con forza la nostra contrarietà al piano di ritorno al nucleare voluto dal governo Berlusconi. Lo ripetiamo da mesi e con motivazioni tutt`altro che ideologiche. Secondo il piano approssimativo del governo dovremmo importare una tecnologia vecchia e non ancora sperimentata, sopportare costi altissimi e per di più incerti, tempi lunghissimi di realizzazione degli impianti senza alcun piano certo di gestione delle scorie radioattive, neppure di quelle già esistenti nelle centrali non ancora smantellate.
Il ritorno al nucleare voluto dal governo è una scelta sbagliata che non ha il consenso dei cittadini e che tanto più va ripensata ora. La tragedia giapponese dimostra con chiarezza un fatto semplice e terribile: non è eliminabile il rischio di un incidente in una centrale nucleare. Neppure nel paese più attrezzato al mondo contro il rischio di terremoti e maremoti.
Certo, in Giappone è accaduto qualcosa di eccezionale, un terremoto e un maremoto di intensità fuori dall`ordinario. È poco probabile che accada un evento del genere. Così come è poco probabile che si verifichino incidenti di altro tipo in una centrale nucleare che rispetta tutte le norme di sicurezza. Poco probabile ma non impossibile. E quella scarsa probabilità va misurata con le conseguenze. I danni possono essere incalcolabili. Vasti territori contaminati per migliaia di anni, la salute degli abitanti e di un numero indefinito di generazioni future a rischio, malattie che si sviluppano negli anni e malformazioni nei nuovi nati. Questo è già accaduto. Sta a noi imparare la lezione, agire davvero secondo il principio di precauzione, ispirare i nostri comportamenti, le nostre politiche, le nostre attività economiche inclusa la produzione di energia alla necessaria umiltà nei confronti della natura e al rispetto dell`ambiente per noi e per le generazioni future.
Da Fukushima arriva una lezione per tutti. Per la Germania, per la Francia, per gli Stati Uniti. Solo in Italia il governo ha tentato per giorni di negare la realtà per poi dichiarare una moratoria di un anno rispetto al proprio piano nucleare. Parole mentre gli atti, come il decreto sui criteri per la localizzazione dei siti, stanno continuando il loro percorso. Opportunismo sulla pelle dei cittadini, un tentativo di distrarre dal referendum che non farà molta strada. Noi saremo città per città a sostenere le ragioni del sì per fermare il nucleare e di una idea per il futuro del nostro paese che è nell`economia verde e in un piano nazionale fondato sull`efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili.
Allo stesso modo siamo per il sì all`acqua pubblica e per il no alla privatizzazione forzata imposta dal governo Berlusconi e a questo uniamo una nostra proposta di legge.
Lo abbiamo denunciato più volte: il decreto Ronchi sottrae alle comunità locali la possibilità di scelta e le obbliga a svendere un patrimonio prezioso per la collettività. Crea le condizioni perché si realizzino monopoli privati in un settore come quello del servizio idrico integrato, fatto di acquedotti, fognature, depuratori, che per sua natura è sottratto alla possibilità di concorrenza dopo l`affidamento del servizio.
Intorno all`acqua pubblica c`è un interesse fondamentale per tutti noi, obiettivi irrinunciabili. La tutela di una risorsa scarsa e insostituibile per la vita. La garanzia a tutti, in ogni angolo del paese, di un servizio della massima qualità e a tariffe eque. Il rafforzamento del ruolo pubblico nella programmazione del servizio e degli investimenti, nella regolazione e nel controllo restituendo le scelte fondamentali ai cittadini attraverso i loro sindaci e affidando ad una autorità nazionale di controllo il compito di vigilare con poteri stringenti.
Ci vuole una visione di insieme, un quadro di regole certe che ridia stabilità a un settore così rilevante che è stato manomesso dai tanti frammentati interventi del governo Berlusconi. E insieme a questo va data priorità alla realizzazione degli investimenti con un`attenzione a facilitare con tariffe più basse le fasce sociali disagiate e le famiglie numerose.
Ciò che serve all`Italia è un piano paese per l`acqua, un programma ambizioso che garantisca che il servizio di depurazione funzioni nell`intero paese, che vengano ridotti sprechi e dispersioni dell`acqua, che sia migliorata la salvaguardia del territorio. Ci vuole una politica industriale per l`acqua, una sapiente gestione che unisca efficienza, efficacia, economicità, dimensioni di scala adeguate, tecnologie, competenze manageriali e organizzative. Solo così si potranno realizzare gli obiettivi di equità, solidarietà, riequilibrio territoriale, rispetto per l`ambiente e per le generazioni future che ci stanno a cuore.

mercoledì 16 marzo 2011

Riflessione sul 150° dell'unità d'Italia

Di Dario Franceschini
L'occasione delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'unita' d'Italia offre lo spunto per una riflessione che si impone prima di altre: il nostro Paese e' molto piu' unito, coeso e solidale di quanto non si pensi. Certamente molto piu' unito di quanto non lo rappresenti la politica. E' utile domandarsi il perche'.

Eppure centocinquanta anni non sono trascorsi invano.

Abbiamo attraversato una storia difficile, a tratti tragica.

Siamo diventati tardi una Nazione e con ritardo, rispetto ad altri grandi paesi, abbiamo incontrato la democrazia. Ma e' difficile negare che proprio in questo percorso tormentato e difficile, la politica ha avuto un ruolo importante nella costruzione dell'identita' e dell'appartenenza ad un comune sentire. Ad una comunita'. E' un merito che va riconosciuto alle grandi tradizioni culturali e popolari di questo Paese.

Probabilmente in occasione delle celebrazioni di quest'anno si e' posto molto l'accento sull'inizio di questo percorso unitario. Le pagine esaltanti e gloriose del Risorgimento. Le grandi ed eroiche figure di quella stagione, le guerre d'indipendenza, i martiri. Tanti autori hanno indagato su quel tratto iniziale di strada che segna la storia d'Italia.

E tuttavia credo che sarebbe utile proiettare l'attenzione e l'interesse, anche storiografico, sui periodi successivi ed in particolare su quello della storia repubblicana, come elemento decisivo di quel processo di unificazione che ci ha condotto ad essere e a sentirci davvero una Nazione. In altre parole vorrei dire che c'e' un nesso inscindibile, non abbastanza evidenziato, tra democrazia e unita' del Paese.

L'unificazione reale, sociale, economica e culturale dell'Italia e' in strettissima connessione con i valori e i principi della Costituzione, ma anche con la traduzione concreta di quei valori e di quei principi nelle scelte politiche. Sia nell'azione dei diversi governi, sia nel confronto parlamentare. Penso alla stagione politica nella quale la collaborazione parlamentare tra le grandi forze popolari, di maggioranza e di opposizione, ha consentito grandi riforme dello stato sociale, in settori strategici come la sanita', il lavoro, la scuola. Riforme che hanno reso l'Italia piu' giusta e dunque piu' unita.

Questa capacita' della politica - pure attraverso contraddizioni, ritardi, opacita' che ci sono state - di lavorare per il bene comune come bene di tutti e non solo di una maggioranza e' apparsa indebolita. La politica troppo spesso oggi appare solo come scontro di potere, motivo di divisione. E forse non e' un caso che alla crisi della politica e alla caduta di credibilita' delle sue istituzioni corrisponda anche un indebolimento dell'immagine unitaria del Paese.

L'altra riflessione che sento necessaria, nel momento in cui celebriamo l'unita' d'Italia, riguarda l'Europa. Avrebbe poco senso celebrare la nostra unita' fuori dall'orizzonte dell'europeismo che resta la nostra bussola ideale, non solo il nostro interesse, se davvero crediamo nei valori di liberta' e di pace che ispirarono fin dall'inizio il sogno risorgimentale.

martedì 15 marzo 2011

Nucleare, la scelta sbagliata

Il terremoto giapponese mette in allarme il mondo sui rischi imponderabili che la scelta dell'atomo può provocare. Bersani: siamo stati, siamo e saremo contro il piano nucleare del governo.

Il terremoto in Giappone e l'allarme nucleare dopo le esplosioni nelle centrali di Fukushima e Tokai e Onagawa mettono in allarme la gestione l'intera gestione energetica mondiale e pongo nuovi interrogativi sull'effettivo e necessario uso dell'energia nucleare.

Mentre si piangono ancora le migliaia di morti in un numero crescente non ancora quantificabile, l'attenzione mondiale resta ancorata sugli effetti che l'esplosione del reattore numero 3 dell'impianto nucleare di Fukushima potrebbe provocare per il Giappone e i territori limitrofi. Attualmente le barre di combustibile non sono completamente sommerse dall'acqua di raffreddamento e questo fa sì che si possa creare un processo di fusione con conseguente creazione di idrogeno che, danneggiando le stesse barre, provocherebbe fuoriuscita di isotopi radioattivi. Questa mattina, ore italiane, nella terra del Sol Levante pioveva il che significava una minaccia per la popolazione viste le possibilità che le polveri si potessero spargere in un raggio molto più ampio.

Il paradosso più scontato sta proprio nell'analisi di una catastrofe accaduta in un paese all'avanguardia per tecnologia, sicurezza e edilizia: cosa sarebbe accaduto nel caso il terremoto avesse colpito un luogo con caratteristiche molto meno evolute. Cosa sarebbe accaduto, per assurdo, in Italia?

Già proprio quell'Italia che oggi è bloccata sui problemi giudiziari del premier come priorità assoluta da risolvere e dove un governo qualunquista rilancia in maniera del tutto superficiale la scelta nucleare come risposta al fabbisogno energetico. Qui non si deve decidere se il nucleare faccia bene o male, se sia “buono o cattivo”, qui si dichiara con fermezza che non si può considerare la scelta dell'atomo come andare al supermercato o prendere un caffè. È proprio l'imponderabile che arriva dal Giappone che fa aprire gli occhi ai governi un po' troppo permissivi e legati a ragioni di lucro che hanno poco a che vedere con la ricerca di nuove forme di approvvigionamento energetico.

La Francia, il paese europeo che ha adottato la scelta nucleare con più solerzia e convinzione, ha dichiarato di avere qualche perplessità circa le informazioni ufficiali che arrivano da Tokyo. Molto probabilmente quelli del governo giapponese sono dati molto al ribasso rispetto la reale minaccia di radiazione. Ma la scelta nipponica non è troppo da biasimare se vista nell'intento di evitare scene di panico collettivo o allarmi che potrebbero essere più nocivi dell'effettiva gravità della situazione.

Questi sono solo alcune immediate considerazioni che dovrebbero far riflettere il governo italiano sulla faciloneria con cui ha indicato l'atomo come la panacea del fabbisogno energetico del Bel Paese.

"In questo momento - ha detto il segretario del PD, Pier Luigi Bersani - rivolgiamo un pensiero a quegli eroi che stanno cercando di contenere i danni e mettere sotto controllo le centrali" in Giappone. "Quanto a noi, siamo stati, siamo e saremo contro il piano nucleare del governo".

mercoledì 2 marzo 2011

Paolucci: decisiva la sfida delle alleanze. Il segretario interviene sul ruolo guida del Pd e gli scontri che lacerano il centrosinistra


PESCARA. «Il Partito democratico può lanciare la sfida del governo se sarà capace di stringere alleanze con la società abruzzese. Per riuscire in questo obiettivo, deve compiere ulteriori sforzi nella elaborazione di una linea politica chiara, che preveda una selezione seria di chi, da dentro il partito, ambisce a governare una comunità senza riprodurre vecchi vizi». Il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, interviene per fare chiarezza su alcuni dissidi che lacerano il partito e rendono più difficile tracciare un quadro delle alleanze in una fase politica molto delicata per l’Abruzzo.

A che punto è l’elaborazione, e quali prospettive indica il Pd in vista di un ricambio della guida politica in Abruzzo?
«Innanzitutto, il Pd d’Abruzzo è in campo. E probabilmente, insieme ad altre forze, oggi sarebbe in grado di vincere le elezioni regionali. Un miracolo, se ci ricordiamo cosa è avvenuto nell’orribile 2008. Ma più che un miracolo è un merito conquistato per essere stati sempre presenti sulle principali questioni della comunità regionale: vertenza Abruzzo, sanità, ricostruzione dell’Aquila e macroregione Adriatica».

Cosa invece non ha funzionato, visti i continui fronti problematici aperti in diversi Comuni importanti alla vigilia del voto amministrativo?
«E’ un dato di fatto che abbiamo gruppi dirigenti troppo spesso legati a logiche del passato, che vivono e praticano la politica secondo gli schemi dei partiti di provenienza e non secondo ciò che il Pd vuole essere».

Emerge una difficoltà a sfondare anche nell’elettorato giovanile, così come attingere energie dall’esterno?
«Il basso tasso di rinnovamento della politica è dovuto alla destrutturazione della società: i nostri giovani, privi ormai di troppi diritti, non hanno accesso alla possibilità di dedicare tempo e passione alla politica. Persino sulla scelta dei candidati sindaci, si chiede più l’intervento delle segreterie che la partecipazione dei cittadini. Insomma, vecchi schemi».

Come se ne esce?
«Il dato su cui riflettere è che in una parte del gruppo dirigente abruzzese non ci sia ancora la consapevolezza che la scelta del Pd è irreversibile e che è quindi dovere del partito trasmettere ai militanti più giovani senso di appartenenza, generosità e capacità di mettersi in gioco. Spetta invece ai dirigenti, che più hanno avuto dal partito, in termini di ruoli e incarichi, dare il buon esempio ai più giovani che in politica avranno meno spazi e meno garanzie come già accade nel resto della società»

Chi entra in politica è mosso spesso da interessi e opportunità personali più che da un’autentica voglia di cambiamento.
«Bisogna insegnare ai giovani che la selezione della classe dirigente avviene sulla base delle capacità, di ciò che si realizza ogni giorno nel rapporto con le persone e la società, non tramite le conte interne. Peggio ancora l’idea e la pratica di utilizzare il partito come un autobus: si sale e si scende a seconda delle convenienze».

Torniamo al rebus delle alleanze a sinistra, cosa c’è che non va?
«E’ un dato di fatto che da parte dei partiti alleati viene sul territorio troppo spesso una spinta a dividere, anziché a unire, con un eccessivo trasformismo di chi rivendica moralismo ed etica politica ma non la pratica affatto».

Perché accade questo?
«Occorre superare i limiti che ancora ostinatamente vogliono legarci al passato. Come si fa? Attraverso un confronto che se serve va condotto sino in fondo. Ed è quello che in realtà sta avvenendo. Sarà utile all’Abruzzo. Ne sono convinto».

Confronto che però non si traduce sempre in risultati utili.
«Ci sono i casi negativi, su cui siamo dovuti intervenire con decisioni coraggiose, ma anche tanti esempi positivi di rinnovamento del gruppo dirigente. E’ accaduto a Lanciano, dove conPupillo abbiamo riaperto la partita con un candidato scelto dalle primarie di coalizione».

Perché urge la necessità di un’alleanza credibile?
«Perché abbiamo una giunta regionale che non ha mai avuto in tutto il dopoguerra i poteri che ha oggi, eppure mai nessuna giunta ha ottenuto così scarsi risultati. Il Pd è pronto a proporsi di nuovo come classe di governo, insieme con una larga alleanza di forze riformiste e democratiche. Abbiamo competenze, intelligenze e idee per farlo. Iscritti, militanti, elettori e amministratori. La missione non è impossibile».

Da Il Centro del 27 febbraio 2011

giovedì 24 febbraio 2011

Centro Oli? No grazie!

Così titolava l'articolo a pagina 3 del n.1/2008 del periodico "Riparliamone" in cui venivano riportate le ragioni del "NO" al Centro Oli di Ortona da parte di Mauro Petrucci "Sindaco".

Oggi, con le dichiarazioni apparse alcuni giorni fà sui mezzi d'informazione, Mauro Petrucci "Assessore" cambia opinione e rompe il patto stipulato con i cittadini di Ripa Teatina e dell'Unione dei Comuni delle Colline Teatine.


E' POSSIBILE CHE ESSENDO NOI IN UNA SITUAZIONE DI CRISI DOBBIAMO SVENDERE IL NOSTRO INVIDIATO ECOSISTEMA?

POI PER QUANTI PER QUANTI POSTI DI LAVORO?

L'ESPERIENZA IN VAL D'AGRI NON E' SERVITA?


A pagina 3 le considerazioni di Mauro Petrucci "Sindaco" nel 2008:
http://www.comune.ripateatina.ch.it/ev/images/Riparliamone10.pdf

Le considerazioni di Mauro Petrucci "Assessore" oggi:
PETRUCCI APRE AD ENI: «CHIETI COME DUBAI»

Alcuni motivi per dire NO AL CENTRO OLI:
10 anni di "effetti collaterali" del petrolio in Val d'Agri
L'ENI sotto processo a Viggiano

domenica 20 febbraio 2011

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RIPA TEATINA TAGLIA I FONDI ALLE POLITICHE GIOVANILI

Al termine del 2007, la Regione Abruzzo, con l’Avviso Pubblico “Protagonismo giovanile e partecipazione attiva”, invitava gli Enti Pubblici a presentare progetti per la concessione di contributi, provenienti dalle risorse del Fondo per le Politiche Giovanili 2007, disposto dal Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, al fine di rendere protagonisti i giovani abruzzesi nella ideazione, progettazione, realizzazione e gestione di interventi innovativi, volti a valorizzare la partecipazione ed il protagonismo dei giovani appartenenti alla fascia di età compresa tra i 15 ed i 29 anni.

L'Amministrazione Comunale predispose il progetto “Coenobium Ripae” per richiedere la concessione di un contributo finalizzato all’attivazione di un Centro polifunzionale, ubicato presso l’edificio ex Convento, rivolto ai “giovani creativi” residenti ed appartenenti alla fascia di età compresa tra i 15 ed i 29 anni e gestito dagli iscritti alla Consulta Giovanile.

In data 05/01/2011 l'Amministrazione Comunale di Ripa Teatina restituisce alla Regionale Abruzzo la somma di euro 17.542,87, concessa quale acconto per il progetto “Coenobium Ripae” approvato nell’ambito del Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili.

Stando alle recenti notizie di cronaca riportate sui quotidiani locali, si assiste ad un allarmante disagio tra i giovani di Ripa Teatina, a conferma di quanto già evidenziatosi in occasione delle scorribande con atti vandalici che si manifestarono a Ripa Teatina la notte tra il 23 e 24 gennaio 2010.

Allora, ritenevamo che era compito delle amministrazioni locali in collaborazione con gli enti formativi, culturali e ricreativi presenti sul territorio, attivare politiche finalizzate al recupero dei giovani, politiche mirate che ponessero in primo piano proprio il giovane e i suoi bisogni e ci confortava che questo fosse lo stesso indirizzo adottato da questa Amministrazione attraverso i ragazzi della Consulta Giovanile, ma purtroppo, con la bocciatura di questo progetto, oggi, ci dobbiamo ricredere, visto che l'Amministrazione Comunale ha preferito indirizzare fondi verso altri interessi penalizzando di fatto le Politiche Giovanili.

DETERMINAZIONE N.1/B Del 05-01-11 "RIMBORSO REGIONE ABRUZZO CONTRIBUTO PER PROGETTO COENOBIUM RIPAE"

martedì 8 febbraio 2011

10 FEBBRAIO, GIORNO DEL RICORDO

L'Associazione Riformando, il 10 febbraio parla di una terra adriatica , l'Istria, nel giorno del ricordo dell' esodo giuliano dalmata.

"È un libro di sogni e bisogni di fedeltà alle radici, di omaggio non formale alla bellezza dei paesaggi naturali e umani, un libro sul piacere dell’amicizia e della buona tavola, di sogni, bisogni di condivisione, di pace e pacificazione, di voglia di dimenticare o almeno superare i torti subiti per poter continuare a guardare avanti: tutti insieme, tenendosi per mano, come nella bellissima canzone di Sergio Endrigo, per fare un girotondo intorno al mondo salvandolo dagli odi inutili e assassini, dalle invidie sterili e cattive, dalle guerre, dalla tentazione di depredare la natura in nome del qui e ora dimenticando la necessità di lasciare un futuro alle generazioni che verranno. È bello incontrare un libro come questo, che è poi una fotografia fedelissima del suo autore: forse, chi sa, insieme si può… O almeno si può tentare di farlo, cominciando dal ricostruire, prima di tutto dentro di noi, la più grave delle perdite subite negli ultimi anni: la speranza."
Dalla prefazione di Anna Maria Mori

martedì 1 febbraio 2011

Assemblea nazionale a Roma il 4 e 5 febbraio per varare le proposte per l’Italia


Il presidente dell'Assemblea del Partito democratico, Rosy Bindi, d’intesa con il segretario Pier Luigi Bersani, ha convocato l’Assemblea Nazionale del Pd per venerdì 4 e sabato 5 febbraio a Roma.

L’assemblea si svolgerà presso la nuova Fiera di Roma e avrà al centro le proposte del partito per la riscossa dell’Italia. L’assemblea si aprirà venerdì alle 14 e si concluderà sabato pomeriggio con le conclusioni del segretario Bersani su “Il Pd e il progetto per l’Italia”.

http://beta.partitodemocratico.it/assemblearoma

mercoledì 26 gennaio 2011

27 gennaio 2011 - Giorno della Memoria


La frase dello scrittore Primo Levi "meditate che questo è stato" e l'immagine del polso di un detenuto in un lager con tatuato il numero identificativo di prigionia sono stati scelti dal Partito Democratico per ricordare l'Olocausto.

Il 27 gennaio è il giorno della Memoria, memoria dell’Olocausto, memoria delle atrocità compiute dall’uomo sull’uomo, memoria del male assoluto.

Un male che ha mietuto milioni di vite:
Ebrei 5 - 9 milioni.
Polacchi non ebrei 1,8 - 2 milioni
Rom e Sinti 220 - 500 mila
Disabili e Pentecostali 200 - 250 mila
Testimoni di Geova 2 - 5 mila
Dissidenti politici 1,5 - 2 milioni
Slavi 1 - 2,5 milioni
Prigionieri di guerra Sovietici 2 - 3 milioni.
TOTALE 12,25 - 17,75 MILIONI di esseri umani.

Nonostante questo male sia stato sconfitto il 27 gennaio del 1945 svelato dalle atrocità di Auschwitz, mai è stato debellato, il male che porta il nome di “Antisemitismo”.

La Giornata della Memoria deve essere qualcosa di molto attuale e non un rituale, un’azione attiva e non la celebrazione di una storia immobile e lontana nel tempo.

Bisogna impedire la negazione della storia e ostacolare l’ingiustificabile capovolgimento della realtà, il pericolo esiste, e non va sottovalutato, una tragedia come quella delle camere a gas, dello sterminio di ebrei, zingari, omossessuali, non può essere negata, eppure, ancora oggi, c'è chi continua ad impedire che la memoria porti con sé i semi della verità.

In una società addormentata e distratta da falsi problemi e con una crisi economica dalle conseguenze gravissime dobbiamo impegnarci per isolare ogni tentativo di intolleranza e discriminazione, la memoria deve essere il vaccino al virus dell’antisemitismo, il vaccino contro l’indifferenza, contro il rischio che esploda e che infetti il corpo fragile della società e con esso il rischio di diffondersi in altre forme di crimini contro l’umanità.

Quindi, il ricordare diventa un dovere etico il cui significato deve essere tramandato di generazione in generazione a testimonianza di un evento tragico che dovrà per sempre rimanere quale monito nella memoria delle generazioni future, perché ciò che è stato interroghi ancora oggi le nostre coscienze per non dimenticare che odio e pregiudizio sono le cause che l’hanno determinato, dal momento che l'intolleranza, il pregiudizio, la violenza razziale, religiosa ed omofoba non sono state estirpate, ma sopravvivono anche nel presente.

Lo stesso Primo Levi ribadiva come resta sempre costante il rischio che quella catastrofe si riproponga: “E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire“ (dal libro “i sommersi e i salvati”).

Per chi è chiamato ad  assolvere responsabilità nella politica come nella società, deve sentire su di sé l’impegno morale di non alimentare mai questi sentimenti, deve sentire l’urgenza morale di unire e non di dividere e di aiutare la comprensione reciproca.


Il contributo del Partito Democratico:


Il contributo di Graziano Esposito: 
La violenza inutile.
Istituita con una legge dello Stato soltanto undici anni fa, il Giorno della Memoria, a detta anche di autorevoli commentatori, rischia un pericoloso scivolamento nella retorica o nella ritualità dei ricordi facendo venir meno lo scopo iniziale della Giornata, ossia ricordare per creare una coscienza umana come antidoto per ogni violenza, persecuzione e discriminazione.
Sicuramente Levi è, tra i superstiti di Auschwitz, quello che ha più impegnato la propria esistenza a far conoscere tutto il male della Shoah.
Nel cap. V della sua ultima opera “I sommersi e i salvati”, Levi traccia uno spaccato delle violenze che erano perpetrate nei lager. Violenza inutile. Perché esiste una violenza utile? Purtroppo sì.
La morte, anche non provocata, anche la più clemente, è una violenza, ma è tristemente utile, né è inutile, in generale, l’assassinio.
Messi da parte i casi di follia omicida, chi uccide sa perché lo fa: per denaro, per sopprimere un nemico vero o presunto, per vendicare un’offesa. Le guerre sono detestabili, sono un pessimo modo per risolvere le controversie tra nazioni o tra fazioni, ma non si possono definire inutili.
Ora io credo che i dodici anni hitleriani abbiano condiviso la loro violenza con molti altri spazi-tempi storici, ma che siano stati caratterizzati da una diffusa violenza inutile, fine a se stessa, volta unicamente alla creazione di dolore.
All’inizio della sequenza del ricordo sta il treno che ha segnato la partenza verso l’ignoto: non solo per ragioni cronologiche, ma anche per la crudeltà gratuita con cui erano impiegati a uno scopo inconsueto quegli (altrimenti innocui) convogli di comuni carri merci.
Ora, cinquanta persone in un vagone merci stanno molto a disagio, possono sdraiarsi tutte simultaneamente per riposare, ma solo corpo a corpo. Se sono cento o più, anche un viaggio di poche ore è un inferno, si deve stare in piedi o accovacciati a turno.
La nudità del vagone era totale. Le autorità tedesche non provvedevano letteralmente a nulla: né viveri, né acqua, né stuoie o paglia sul pavimento di legno, né recipienti per i bisogni corporali, e neppure si curavano di avvertire le autorità locali dei campi di raccolta, di provvedere in qualche modo. Un avviso non sarebbe costato nulla: ma appunto, questa sistematica negligenza si risolveva in un’inutile crudeltà, in una deliberata creazione di dolore che era fine a se stessa.
Da Westerbork, in Olanda, partirono novantatré treni con un migliaio di deportati per ogni treno. I superstiti furono circa cinquecento.
Qualche volta il convoglio veniva fermato in qualche stazione e venivano aperte le porte dei vagoni.
Ai prigionieri era concesso di scendere per i bisogni impellenti, ma di rimanere nei pressi dei binari.
Le SS della scorta non nascondevano il loro divertimento nel vedere uomini e donne accovacciarsi dove potevano, e i passeggeri tedeschi esprimevano apertamente il loro disgusto: gente come questa meritava il suo destino, basta vedere come si comportano, non sono essere umani ma bestie, porci; è evidente come la luce del sole.
Ma come affermava Levi, tutto ciò era solo il prologo. Nella vita che doveva seguire, nel ritmo quotidiano del lager, l’offesa al pudore rappresentava, almeno all’inizio, una parte importante della sofferenza globale.
Non era facile né indolore abituarsi all’enorme latrina collettiva, ai tempi stretti e obbligati, alla presenza davanti a te dell’aspirante alla successione.
Tuttavia, entro poche settimane il disagio si attenuava fino a sparire; sopravveniva (non per tutti!) l’assuefazione, il che è un modo caritatevole di affermare che la trasformazione da essere umani in animali era sulla buona strada.
Probabilmente questa trasformazione da esseri umani in animali non è stata mai progettata né formulata chiaramente. Era una conseguenza logica del sistema. Un regime disumano diffonde ed estende la sua disumanità in tutte le direzioni, anche e specialmente verso il basso.
Le donne di Birkenau raccontano che, una volta conquistata una gamella (una grossa scodella di lamiera smaltata), se ne dovevano servire per tre usi distinti: per riscuotere la zuppa quotidiana, per evacuarvi di notte, e per lavarsi quando c’era l’acqua ai lavatoi.
Appena arrivati al campo, l’offesa al pudore continuava con la costrizione alla nudità. Nudità che non riguardava soltanto l’abbigliamento ma anche i capelli e tutti gli altri peli. Un uomo nudo e scalzo si sente i nervi e i tendini recisi: è una preda inerme. Gli abiti, anche quelli più immondi sono una difesa tenue ma indispensabile. Chi non li ha non percepisce più se stesso come un essere umano, bensì come un verme che sa di poter essere schiacciato da un momento all’altro.
Esiste un’invenzione che è nata proprio ad Auschwitz: il tatuaggio.
Di per sé l’operazione era poco dolorosa e durava soltanto qualche minuto, ma era traumatica.
Il suo significato simbolico era chiaro a tutti: questo è un segno indelebile, di qui non uscirete più; questo è il marchio che s’imprime agli schiavi e al bestiame destinati al macello, e tali voi siete diventati. Non avete più un nome. Questo è il vostro nuovo nome.
Anche la violenza del tatuaggio era una violenza gratuita, fine a se stessa, pura offesa.
Non bastavano i tre numeri di tela cuciti ai pantaloni, alla giacca e al mantello invernale? No, non bastavano, occorreva un messaggio non verbale, affinché l’innocente sentisse sulla sua carne la sua condanna.
Primo Levi, a questo punto, si pone la domanda: se gli ebrei dovevano morire perché i nazisti non hanno ucciso le loro vittime dove li trovavano, cosa sicuramente più economica, anziché affannarsi a trascinarli con i loro treni per portarli a morire lontano, dopo un viaggio insensato?
Veramente si è indotti a pensare che la scelta imposta dall’alto fosse quella che comportava la massima afflizione, il massimo spreco di sofferenze fisiche e morali. Il nemico non soltanto doveva morire, ma morire nel tormento.
L’estrema umiliazione avveniva sulle spoglie umane dopo la morte. I trattamenti cui erano sottoposti nei lager volevano esprimere che non si trattava di resti umani, ma di materia bruta, indifferente, buona, nel migliore dei casi per qualche impiego commerciale.
Le ceneri umane provenienti dai forni crematori, tonnellate il giorno, erano facilmente riconoscibili come tali, poiché contenevano spesso denti o vertebre.
Ma nonostante ciò furono usati per vari scopi: per colmare terreni paludosi, come isolante termico nelle intercapedini di costruzioni di legno, come fertilizzante fosforico, in modo particolare furono impiegate al posto della ghiaia per rivestire i sentieri del villaggio delle SS situato accanto al campo.
Qui Levi chiosa, con macabra ironia, che non sa se per pura callosità, o se non invece, perché, per la sua stessa origine, quello era materiale da calpestare. A conclusione del suo drammatico capitolo sulla “violenza inutile”, Levi richiama alcune battute tratte dall’intervista che la scrittrice Gitta Sereny fece a Franz Stangl, ex comandante del lager di Treblinka (intervista tratta dal libro “In quelle tenebre”, Adelphi, Milano, 1975, p.135): “Visto che li avreste uccisi tutti… che senso avevano le umiliazioni, le crudeltà? ” chiese la scrittrice a Stangl detenuto nelle carceri di Dussendorf. Questa fu la risposta: ”Per condizionare quelli che dovevano eseguire materialmente le operazioni. Per rendere possibile fare ciò che facevano”. In altre parole, prima di morire, la vittima deve essere degradata, affinché l’uccisore senta meno il peso della sua colpa. E’ una spiegazione non priva di logica, ma che grida al cielo: è l’unica utilità della violenza inutile.
La difficoltà del testimone è accentuata dal fatto che loro sono costretti a raccontare episodi di una crudeltà così enorme e di così grandi proporzioni da sembrare delle esagerazioni inverosimili. Questa difficoltà era stata prevista in anticipo dagli stessi colpevoli.
Come riferisce Primo Levi, molti sopravvissuti ricordano che i militari delle SS si divertivano ad ammonire cinicamente i prigionieri: ”In qualunque modo questa guerra finisca, la guerra contro di voi l’abbiamo vinta noi; nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma se qualcuno scampasse, il mondo non gli crederà, forse ci saranno sospetti, discussioni, ricerche di storici, ma non ci saranno certezze, perché noi distruggeremo le prove insieme con voi.
E quando anche qualche prova dovesse rimanere, e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi perché siano creduti: dirà che sono esagerazioni della propaganda alleata, e crederà a noi che negheremo tutto e non a voi. La storia dei lager, saremo noi a dettarla”.