giovedì 28 gennaio 2010

TESSERAMENTO PD 2010


L’Organizzazione Nazionale ha programmato tre giornate per l’apertura della campagna del tesseramento per il 29, 30 e 31 gennaio.
In queste giornate, il Circolo PD di Ripa Teatina sarà aperto il giorno sabato 30 gennaio dalle 16,00 alle 18,30 e domenica 31 dalle 08,30 alle 12,30 per accogliere iscritti, simpatizzanti ed elettori che vorranno rinnovare la tessera o iscriversi per la prima volta.
L’evento centrale si terrà sabato 30 gennaio dalle ore 16 alle 18,30, in cui ci sarà una diretta televisiva su YouDem che verrà trasmessa al circolo, con la presenza del Segretario Nazionale Pierlugi Bersani e di tutto il gruppo dirigente.

martedì 26 gennaio 2010

Davanti alla tragedia della Shoah, a nessuno è lecito passare oltre



di Graziano Esposito

All’alba del 27 gennaio 1945 i primi soldati dell’Armata Rossa che posero gli occhi su quel reticolato di ferro spinato che avvolgeva innumerevoli baracche di legno, non potevano ancora comprendere che stavano scoperchiando un crimine, le cui atrocità ha macchiato in modo indelebile la storia dell’umanità.
Auschwitz non era che uno, anche se il più grande, dei campi di concentramento che il regime nazista aveva disseminato per l’Europa per portare a termine la soluzione finale, lo sterminio del popolo ebraico.
Il germe velenoso della dissoluzione degli ebrei era già contenuto nel Mein Kampf scritto da Hitler nel 1924 in carcere, dopo il fallito tentativo di colpo di stato a Monaco.
Ma la politica razziale nazista si evolse progressivamente dal 1933 quando nel partito nazionalsocialista divenne sempre più radicale l’avversione per le minoranze tedesche, in special modo contro gli ebrei.
La base del pensiero hitleriano era l’idea di una società divisa in due categorie: la comunità popolare che doveva costituire la struttura sociale della Germania e gli stranieri della comunità, che comprendeva gli stranieri, gli individui di origine ebraica, gli indigenti, i “lavativi”, i portatori di handicap fisici o mentali.
Nel 1935 la persecuzione contro gli ebrei subì un’accelerazione con la promulgazione della Leggi di Norimberga. Esse sono scritte per “la protezione e l’onore dei tedeschi”; proibiscono i matrimoni e ogni rapporto sessuale tra persone ebree e persone non ebree poiché avrebbero generato impurità. Gli ebrei sono privati della cittadinanza e diventano sudditi di rango inferiore. Si definisce il concetto di persona subumana.
Nel novembre del 1938 si consuma la famigerata “notte dei cristalli”. Tra il 9 e il 10 novembre si scatena un terribile pogrom in tutta la Germania. Si camuffa da manifestazione popolare spontanea un’azione pianificata a tavolino da Goebbels. Sono saccheggiati negozi, bruciate sinagoghe, migliaia di ebrei sono internati e centinaia uccisi.
Nel 1941, dopo l’invasione sovietica da parte dei nazisti, le SS insieme con unità speciali di polizia, cominciano ad attuare operazioni di eliminazione di massa di intere comunità ebraiche.
Le prime camere a gas erano mobili, montate su speciali autocarri, all’interno dei quali è immesso il monossido di carbonio dello scarico della combustione.
Il 20 giugno 1942 si celebra la Conferenza di Wannsee (località poco fuori Berlino). Una riunione di lavoro di quindici gerarchi del regime nazista “professionisti” della morte per mettere a punto i dettagli organizzativi della “soluzione finale”. In pratica i nazisti mettono in moto la macchina infernale dello sterminio.
Il primo grande centro di eliminazione mediante camere a gas è allestito a Belžec in Galizia.
Nei mesi successivi entrano in funzione i campi di Sobibór e Treblinka. Questi centri utilizzano la tecnica delle camere a gas alimentate dall’ossido di carbonio emesso da motori a nafta.
Ma il campo tecnologicamente più raffinato, quindi più micidiale, è quello di Auschwitz località situato a 50 km da Cracovia.
Di Auschwitz si parla generalmente di un unico campo di concentramento, ma in realtà si tratta di un complesso che copre una superficie di 40 km quadrati, contenenti tre lager distinti: Auschwitz 1, Birkenau e Monowitz.
I deportati, a conclusione di lunghi e massacranti viaggi, giungevano nel lager. All’arrivo del treno sovente sulle banchine dello stesso scalo, era eseguita una prima selezione. Da una parte gli uomini, dall’altra donne e bambini. Una separazione rapida che non lasciava il tempo neanche per un ultimo saluto. I deportati poi si presentavano davanti ai medici che con un semplice gesto della mano dividevano le persone in base all’aspetto fisico. Gli abili al lavoro verso le baracche, le inferme, le mamme con i bambini, le donne incinte, gli anziani verso le camere a gas.
Per capire come funzionavano le camere a gas riportiamo letteralmente un rapporto stilato nel 1944 da due giovani ebrei slovacchi evasi dal campo di Birkenau. Dalla stanza di preparazione una porta e alcuni gradini conducono alla camera a gas, stretta e molto lunga, situata al livello leggermente inferiore. Le pareti di questa camera sono nascoste da tende che danno l’illusione di un’immensa stanza da bagno. Nel tetto, piatto, si aprono tre finestre, che possono essere chiuse ermeticamente dal di fuori. L’ambiente è attraversato da rotaie che conducono alla camera dei forni.
Così si svolgevano “le operazioni”. I disgraziati sono condotti nella stanza di preparazione , e si dice loro che devono fare un bagno e spogliarsi in questo locale, per convincerli che faranno davvero il bagno, due uomini vestiti di bianco consegnano un asciugamano e un pezzo di sapone. Poi vengono spinti nella camera a gas. Possono entrarci duemila persone, ma ciascuno non dispone strettamente che dello spazio per restare in piedi. Per riuscire a far entrare quella massa nel locale, si sparano ripetutamente colpi di arma da fuoco per obbligare le persone che sono già dentro a stringersi. Quando tutti sono all’interno si chiude con il catenaccio la pesante porta. Si aspettano alcuni minuti, probabilmente perché la temperatura della camera possa raggiungere un certo grado, poi alcune SS munite di maschere antigas, salgono sul tetto, aprono le finestre e lanciano all’interno il contenuto di alcune scatole di latta: un preparato sotto forma di polvere. Le scatole portano la scritta “Zyklon” (insetticida); sono fabbricate ad Amburgo. Si tratta probabilmente di un composto di cianuro che diventa gassoso a una data temperatura. In tre minuti tutti gli occupanti del locale sono morti. Finora non è mai stato travato all’apertura della camera a gas, un solo corpo che desse un segno qualunque di vita […]. La camera quindi viene aperta, areata, e il “Sonderkommando” comincia a trasportare i cadaveri su vagoncini piatti verso i forni crematori dove vengono bruciati.(Cfr. Bruno Segre, La Shoah, il Saggiatore, Milano 1998)
La Shoah non è soltanto campi di sterminio, camere a gas, forni crematori, ma anche qualcosa di più sottile e terribile: umiliazione, derisione, tormento, disumanità.
Primo Levi, nell’opera “I sommersi e i salvati” descrive la condizione dei deportati. All’inizio della sequenza del ricordo sta il treno che ha segnato la partenza verso l’ignoto.
La nudità del vagone era totale. Le autorità tedesche non provvedevano letteralmente a nulla: né viveri, né acqua, né stuoie o paglia sul pavimento di legno, né recipienti per i bisogni corporali. Qualche volta il convoglio veniva fermato in qualche stazione e venivano aperte le porte dei vagoni. Ai prigionieri era concesso di scendere per i bisogni impellenti ma di rimanere nei pressi dei binari. Le SS della scorta non nascondevano il loro divertimento nel vedere uomini e donne accovacciarsi come potevano, ed i passeggeri tedeschi esprimevano apertamente il loro disgusto: “gente come questa merita il suo destino, basta vedere come si comporta, non sono esseri umani ma bestie, porci”.
Ma come afferma Levi tutto ciò era solo il prologo.
Nella vita che doveva seguire, nel ritmo quotidiano del lager, l’offesa al pudore rappresentava una parte importante nella sofferenza globale. Non era facile, né indolore abituarsi all’enorme latrina collettiva, i tempi stretti ed obbligati alla presenza davanti a te dell’aspirante alla successione. Tuttavia, entro poche settimane, il disagio si attenuava fino a sparire; sopravveniva (non per tutti) l’assuefazione, il che è un modo caritatevole di affermare che la trasformazione da esseri umani ad animali era sulla buona strada. Probabilmente questa trasformazione da esseri umani ad animali non è stata mai progettata, mai formalmente dichiarata. Era una conseguenza logica del sistema. Un regime disumano diffonde ed estende la sua disumanità in tutte le direzioni, anche e specialmente verso il basso.
Le donne di Birkenau raccontano che, una volta conquistata la gamella (grossa scodella di lamiera smaltata), se ne dovevano servire per tre usi distinti: per riscuotere la zuppa quotidiana, per evacuare la notte, per lavarsi quando c’era l’acqua ai lavatoi.
Levi si pone la domanda: se gli ebrei dovevano morire, perché i nazisti non hanno ucciso le loro vittime dove si trovavano, cosa sicuramente più economica, anziché affannarsi a trascinarli con i loro treni per portarli a morire lontano dopo un viaggio insensato?
Veramente si è indotti a pensare che la scelta imposta dall’altro fosse quella che comportava la massima afflizione, il massimo spreco di sofferenze fisiche e morali. Il nemico non soltanto doveva morire, ma morire nel tormento.( Cfr P.Levi, I sommersi ed i dannati , Einaudi, Torino 1986.)
E doveroso ricordare che nella macelleria dei lager sono morti, oltre agli ebrei 500.000 zingari, 200.000 disabili, 10.000 omosessuali, 5.000 Testimoni di Geova e oltre un milione di dissidenti politici.
Con Vittorio Foa possiamo dire: perché dobbiamo ricordare? E che cosa bisogna ricordare?
Bisogna ricordare il Male nelle sue estreme efferatezze e conoscerlo bene anche quando si presenta in forme apparentemente innocue: quando si pensa che uno straniero, o un diverso da noi, è un Nemico si pongono le premesse di una catena al cui termine, scrive Levi, c'e' il Lager, il campo di sterminio.
Veramente come afferma Giovanni Paolo II davanti alla tragedia della Shoah, a nessuno è lecito passare oltre.
La Shoah è presente nella storia dell’uomo come perenne ammonimento.
Ogni volta che si violenta la dignità dell’uomo, di qualsiasi colore, sesso o razza, si sente l’ombra di Auschwitz che fa capolino.
Concludiamo con una significativa scritta tracciata su un muro di Auschwitz: Non bisogna chiudere gli occhi davanti agli errori della storia, perché chi non conosce la storia è destinato a riviverla.

27 gennaio 2010 Giorno della memoria

Regione ''inChiodata''


"E' una Regione 'inchiodata' sui suoi problemi rispetto ai quali non c'e' nessuna risposta". Lo ha detto il capogruppo del Pd alla Regione, Camillo D'Alessandro, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa per tracciare il bilancio dei 365 giorni di governo Chiodi. Per il rappresentante dell'opposizione rispetto ai vari problemi la Regione non e' 'protagonista ma figurante'. D'Alessandro ha fatto notare che nel 2009 32mila persone hanno perso il lavoro e le ore di cassa integrazione, rispetto al 2008, sono aumentate del 439,7 per cento e ne hanno beneficiato quasi 20 mila persone in piu'. Per quanto riguarda poi il dato sulle persone in cerca di lavoro, relativo al terzo trimestre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008, la percentuale e' aumentata del 28 per cento. In relazione alle imprese artigiane il capogruppo del Pd ha aggiunto che 'dopo dieci anni per la prima volta il saldo tra cancellazioni e iscrizioni e' negativo'. Sulla sanita' D'Alessandro ha fatto notare che dopo un anno non c'e' stata nessuna riforma e sulla situazione di Villa Pini ha sottolineato che 'la Regione non se ne occupa. La nostra proposta - ha detto- di legare il personale alle prestazioni e' stata bocciata'. L'esponente dell'opposizione ha poi aggiunto che non sono stati revocati i ticket. D'Alessandro ha inoltre sostenuto che ad indebitare l'Abruzzo e' stato il governo di centro destra di Giovanni Pace. 'Quando si e' insediato il debito sanitario era di 173 milioni di euro. Alla fine del suo governo, nel 2005, era di oltre due miliardi di euro. Nel biennio 2008-2009, con il governo del centro sinistra, c'e' stata invece una riduzione del debito per effetto dell'approvazione del piano di rientro, sanitario e di riordino della rete ospedaliera'. Il capogruppo del Pd ha sottolienato che e' avvenuta la stessa cosa per il debito complessivo della Regione. 'Nel 2008- ha detto- la riduzione e' stata di 243 milioni d euro, nel 2009 di altri 263 milioni di euro'. Sul terremoto D'Alessandro ha proposto una legge sulla ricostruzione con un ruolo per i centri storici e ha auspicato un nuovo e diverso coinvolgimento delle imprese abruzzesi. Il consigliere regionale ha poi ricordato che e' stata depositata da tempo la richiesta di un osservatorio sulla ricostruzione e ha chiesto l'immediata ripresa delle attivita' economiche. Per quanto riguarda il bilancio regionale ha evidenziato che sono stati dimezzati i fondi destinati al sociale e lasciati soli gli enti locali. Per D'Alessandro poi manca una politica di sviluppo regionale e sono incerti i tempi della disponiblita' dei fondi Fas. Sulle societa' ed enti regionali ha sostenuto che non ci sono state riduzioni e riforme ma solo commissariamenti. D'Alessandro ha anche annunciato una mobilitazione a livello regionale attraverso manifesti e assemblee per illustrare le proposte del Pd. 'Inizia - ha concluso- un percorso per costruire, sui contenuti, sui temi e sulla verita' dei numeri, l'alternativa a questo governo regionale'.(AGI)

Il servizio di Rete8
Il servizio di TVSEI
TVSei video Regione InChiodata

CORSO BASE DI PROTEZIONE CIVILE

Il 2 Febbraio inizia il corso base di Protezione Civile all'Unione dei Comuni delle Colline teatine a cui fanno parte i seguenti paesi: Ripa Teatina, Casalincontrada, Vacri, Casacanditella, Villamagna, San Martino sulla Marruccina, Tollo.
Il corso è composto di 9 lezioni da 2 ore per un totale di 18 ore, ogni lezione si svolgerà in un paese diverso dei 7 paesi delle Colline teatine, una specie di corso itinerante.
Tali lezioni si svolgono tutti i Martedì e Giovedì dalle 19:00 alle 21:00 a partire dal 2 Febbraio fino al Sabato 13 Marzo in cui si consegneranno gli attestati di frequenza presso Ripa teatina che è il capoluogo dell'Unione dei Comuni.
Per ricevere l'attestato occorre frequentare l'80% delle lezioni, ma alcune di esse, dove l'insegnante si rende disponibile, saranno ripetute più di una volta e chi ha seguito la prima ripetizione, può non seguire la seconda, questo per facilitare la frequenza di tutti.
Il corso è completamente gratuito e da questo evento si vuole far nascere un nucleo di Volontari della Protezione Civile dell'Unione dei Comuni delle Colline Teatine dove partecipano cittadini di tutti i 7 Comuni, ma non solo, tutti si potranno iscrivere sia al corso che al nucleo di volontari.
Il corso è organizzato dal Gruppo volontari Protezione Civile NOT Chieti (Nucleo Operativo Teate), i certificati di frequenza sono rilasciati dal Presidente Not Chieti Antonio Mancini.
In Autunno ci sarà un'altro corso, organizzato dal Dipartimento di Roma e sarà la prosecuzione di questo, in modo da preparare le varie figure operative del futuro nucleo delle Colline teatine.
Per chi si vorrà iscrivere come volontario, comunque, non è obbligatorio seguire il corso, tutti i dettagli verranno comunicati all'apertura del corso che si terrà a Casalincontrada il 2 Febbraio.

Elenco degli argomenti:
1 - Etica del Volontariato - Martedi 2/2/2010 Casalincontrada.
2 - Cos'è la Protezione Civile (*) - Giovedì 4/2/2010 Ripa Teatina e Martedì 9/2/2010 Tollo.
3 - Primo soccorso - Giovedì 11/2/2010 Villamagna.
4 - Psicologia dell'emergenza (*) - Martedì 16/2/2010 Vacri; Giovedì 18/2/2010 Casacanditella.
5 - Autoprotezione del soccorritore - Martedì 23/02/2010 Casalincontrada.
6 - Rischi sismici (*) - Giovedì 25/2/2010 San Martino sulla Marruccina e Martedì 2/3/2010 Ripa Teatina.
7 - Rischio dissesto idrogeologico - Giovedì 4/3/2010 Tollo.
8 - Antincendio boschivo - Martedì 9/3/2010 San Martino sulla Marruccina.
9 - Primo contatto con modulo antincendio e questionario conclusivo - Giovedì 11/3/2010 Casalincontrada.

(*) Per gl'incontri ripetuti 2 volte è necessario partecipare una volta sola scegliendo la località preferita

Sabato 13/3/2010 Consegna Attestati a Ripa Teatina ore 17:00.

Lelezioni si effettuano nelle aule dei seguenti edifici dei rispettivi paesi:
Casalincontrada: Villa De Lollis
Tollo: auditorium
Villamagna: ........
Vacri: Centro sociale
Casacanditella: Sala polivalente
San Martino sulla Marruccina: centro sociale
Ripa Teatina: sala polivalente

Per informazioni:
Antonio Mancini 3382247463
Angelo Di Pasquale 3485421266 e-mail: angelocipo@live.it
Luciano Di Sipio 3299629396 (Riferimento di Ripa Teatina)

domenica 24 gennaio 2010

VANDALISMO

Nella notte del 24.01.2010 si sono verificati a Ripa Teatina diversi atti di vandalismo, la scorribanda notturna ha carettirizzato seri danni a diverse cose comuni e private. Risulta incendiato il pulmino della scuola calcio, distrutti gli specchietti retrovisori delle auto in sosta in via Inforzi, forzata la disattivazione dell'illuminazione pubblica nel centro storico, distrutti gli ornamenti floreali antistanti il Comune e per finire l'incendio nella palestra della scuola in via Roma. Accanirsi a danno o distruzione verso beni altrui per puro divertimento non merita giustificazione alcuna, ma è sicuramente un segnale di disagio che andrebbe analizzato e approfondito. Ma come cercare che tali atti non si ripetano? E' evidente che in una società che diventa sempre più tecnologica accresce la necessità di sfruttare quello che oramai è presente in molte città, la video sorveglianza. Laddove il controllo umano non basta forse questa potrebbe essere un sistema che, oltre ad identificare i vandali, possa distogliere dal commettere tali atti. Altro problema è sicuramente il disagio giovanile, un fenomeno assai diffuso nella società moderna che spesso sfocia in comportamenti gravi come quelli della scorsa notte. I comportamenti legati al disagio giovanile si identificano nella violenza individuale o di gruppo, in uso di sostanze stupefacenti, nell'uso di alcol, nelle gare spericolate e in altri atteggiamenti che violano le più elementari norme di comportamento, peraltro puniti dalla legge. Sicuramente tali comportamente sono dettati da fattori di varia natura: il consumismo sfrenato, la globalizzazione, i mass-media, l’ingordigia e l’odio. Non è da trascurare il modello di società che ci viene imposto, che non deriva dalla logica evoluzione dei modelli della tradizione, ma piuttosto da modelli prestabiliti e forzatamente inculcati dai mezzi di comunicazione di massa, da falsi miti, dalla pubblicità e da stereotipi che lasciano poco spazio alla fantasia e alla creatività individuale. A complicare il tutto si aggiunge la crisi della famiglia che diviene sempre meno il punto di riferimento. Dunque è compito delle amministrazioni locali in collaborazione con gli enti formativi, culturali e ricreativi presenti sul territorio, attivare politiche finalizzate al recupero dei giovani. La mancanza di lavoro, il bullismo, la dispersione scolastica e l’uso di stupefacenti vanno combattuti seriamente e certamente non solo attraverso la repressione, ma attivando politiche mirate che pongono in primo piano proprio il giovane e i suoi bisogni.

sabato 23 gennaio 2010

GRAZIE PINO

Con il consiglio Comunale del 22.01.2010 il Consigliere del Gruppo di Minoranza Giuseppe Cornacchia ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico amministrativo per sopravvenuti impegni personali.
La sua presenza per due mandati in Consiglio termina dopo quasi 8 anni, lasciando il posto al primo non eletto della Lista "Uniti per Ripa" Luciano Solinas.
Il consiglio unanime ha espresso parole gratificanti per il suo operato e per la sua persona.
Noi ci sentiamo di dire GRAZIE a Pino per il suo impegno profuso al bene comune ricoprendo il suo ruolo con serietà e responsabilità, sempre disponibile al dialogo e alla collaborazione.
Queste qualità ne ha da sempre risaltato la sua condotta umana e morale in modo esemplare.
Il Circolo PD di Ripa Teatina augura a Pino un in bocca al lupo per il futuro e per il suo successore Luciano Solinas porge i più fervidi auguri di buon lavoro.

venerdì 22 gennaio 2010

GESTIONE EDIFICIO EX SCUOLA CASALE


Nel 2005, con l’approvazione del progetto esecutivo, la Giunta Comunale ha iniziato i lavori di ristrutturazione della ex-scuola elementare di Contrada Casale.

Nel 2009 i lavori sono stati terminati a fronte di uno stanziamento totale di €292.00,00.

In data 7 dicembre 2009, in seguito al termine dei lavori di ristrutturazione, l’Amministrazione Comunale ha inaugurato la struttura dedicandola al compianto Sindaco Angelo Di Giovanni.

L’edificio è composto da quattro locali oltre i servizi, disposti al piano terra, per una superficie utile interna di circa 190 mq. oltre ad una area esterna, regolarmente recintata, di 600 mq.

Con deliberazione C.C. n°68 del 30.11.2009, all’unanimità, il Consiglio Comunale ha disposto l’affidamento in gestione dell’edificio ex-scuola elementare di Contrada Casale da destinare ad attività socio-culturale, sportiva e/o sanitaria per una durata di quattro anni rinnovabili, dando indirizzo di partecipare alla manifestazione d’interesse alla gestione dell’edificio ex-scuola elementare in Contrada Casale entro le ore 12 del giorno 29 gennaio 2010, secondo quanto disposto nel bando prelevabile dal sito del Comune di Ripa Teatina (CH) al seguente link: bando manifestazione d’interesse alla gestione dell’edificio ex-scuola elementare in Contrada Casale.

E’ una buona occasione per le Associazioni locali e non in cerca di una sede o di un luogo per curare le proprie attività, anche società che operano nel sociale o sanità possono usufruire di questa opportunità, è comunque un grande vantaggio per la comunità che la struttura torni funzionale per attività che siano di aggregazione e rivolte al sociale.

giovedì 21 gennaio 2010

Richiesta realizzazione area attrezzata con pensilina in via Iconicella


In data 21.01.2010 il circolo PD di Ripa Teatina ha consegnato al Gruppo di Minoranza del Consiglio di Ripa Teatina la richiesta di realizzazione di un'area attrezzata con pensilina per la fermata dei pullman in zona Iconicella, segue testo del documento:

"Si porta a conoscenza che la fermata dell’Arpa in prossimità dello svincolo dell’Iconicella risulta frequentata nei giorni feriali da oltre 20 ragazzi che si recano a scuola divisi in tre scaglioni dalle 7,10 alle 7,40.
In quegli orari il traffico del tratto stradale di via Arenile e via Arenazzo/S.Cecilia che confluisce nel tratto di via Iconicella comprendente lo svincolo dell’Iconicella, risulta essere intenso e spesso percorso senza il rispetto delle norme stradali.
Dall’incuria dei guidatori e dalla mancanza di condizioni di sicurezza per i pedoni, nasce un serio rischio per la sicurezza delle persone che sostano nell’area di attesa del pullman, in quanto, non essendo predisposta nessuna piazzola, i ragazzi sono costretti a sostare sulla striscia del limite carrabile non avendo possibilità di scampare un imminente pericolo perché impedito dal cordolo stradale che delimita il canale di raccolta delle acque piovane e la scarpata.
Pertanto, vista la pericolosità della strada in assenza di condizioni di sicurezza per i pedoni, si richiede di provvedere immediatamente, dove è posta la fermata dell’Arpa in prossimità dello svincolo dell’Iconicella, alla realizzazione di un’area attrezzata con pensilina, come già realizzato a spese del comune sulle strade provinciali nelle zone Casale e Feudo."

mercoledì 20 gennaio 2010

"INTERVALLO"


Da alcuni giorni è condiviso su facebook un video stile "intervallo" RAI anni '70/'80 che ritrae Ripa Teatina con dei suoi lati curiosi, noi lo abbiamo visto e siamo andati a curiosare. Ci si rende conto che il nostro occhio, pigro dall'abitudine, non nota che a Ripa Teatina ci siano anche dei luoghi abbandonati al degrado. Bene, la valutazione del nostro tour constata che c'è un certo dissesto dell'arredo stradale con buche, spartitraffico distrutti, strade dissestate e interrotte al transito, architetture di valore storico in stato di abbandono come le Chiese San Salvatore e Santo Stefano, anche se non di pregio storico, ma sociale, la struttura ASL (20 posti letto), la zona del Convento lasciata in balia del vandalismo a cominciare dall'Ex Monumento ai Caduti in disuso e ormai da rimuovere, le aiuole trascurate e la zona sottostante la piazza divenuta discarica e vespasiano, che dire dello splendido Belvedere di Via Inforzi se non che abbassando gli occhi si possano notare nella zona sottostante immondizie di vario genere.

E' un peccato che un paese così ricco di storia e di bellezze possa nascondere dei lati oscuri, sollecitiamo le autorità a rendersi conto di queste incurie e li esortiamo a porne rimedio.

Per quanto riguarda la sicurezza dei pedoni in sosta per l'attesa dei pullman in zona Iconicella, nei prossimi giorni consegneremo all'Amministrazione la richiesta di adibire una piazzola attrezzata con pensilina.

P.S. Zona Industriale?

venerdì 15 gennaio 2010

Il nucleare delle bugie

Il governo, già in campagna elettorale, imbroglia i cittadini rifiutandosi di dire dove vorrà realizzare le centrali nucleari. Una scelta impopolare che viene rimandata a dopo le elezioni.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito interrogato durante il Question time alla Camera dell’esponente del Pd Ermete Realacci sull'esistenza di possibili siti nucleari, dapprima ha temporeggiato, poi si è rifiutato di indicare l'elenco dei siti nucleari, preoccupato per gli effetti sulle prossime elezioni regionali, ma non ha smentito che la lista in via di predisposizione ricalchi quella definita a suo tempo dal Cnen (Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare), dato che i criteri di base per localizzare un sito per la costruzione di una centrale nucleare, rispettano le geo-morfologiche dell’Italia che non sono certo cambiate negli ultimi anni. Ciò significa molto semplicemente che degli oltre 40 siti della mappa nucleare dell'Italia, almeno due si trovano nel Lazio: uno è la zona costiera di Montalto di Castro, già scelta trent'anni fa per costruire una centrale atomica, l'altro è l'area alla confluenza del Tevere e del Nera tra Orte e Magliano Sabinaquesti, in quanto, in base alla mappa stilata a suo tempo dal Cnen, questi due siti soddisfano i requisiti richiesti dal nucleare, a cominciare dall'ampia disponibilità di risorse idriche.
Mentre ai cittadini viene tenuto nascosto dove nasceranno gli impianti nucleari, la lista è perfettamente a conoscenza non solo del governo ma anche delle imprese interessate all'affare: di recente l'ha ammesso candidamente lo stesso amministratore dell'Enel Fulvio Conti, dichiarando testualmente che "nemmeno sotto tortura avrebbe rilevato la lista".

La scelta del nucleare è certamente una scelta scomoda per gli amministratori locali e per vincere le elezioni, quindi la scelta è quella di rimandare il dove, il come e il quando parlare di nucleare al giorno dopo l'esito delle urne.

Il 26 aprile 1986 a Chernobyl ebbe luogo il più grande disastro della storia dell'applicazione pacifica dell'energia nucleare (Disastro di Chernobyl), fu talmente tale il terrore del ripetersi di un evento di tale portata anche nel territorio nazionale che l'8 novembre 1987 ai tre referendum sulle centrali elettriche nucleari, la maggioranza dei votanti si esprisse per la rinuncia all'energia nucleare. Considerati i risultati del referendum, il Governo procedette alla sospensione dei lavori della centrale di Trino 2, alla chiusura della centrale di Latina, alla verifica della sicurezza delle centrali di Caorso e di Trino 1 e alla verifica della fattibilità di riconversione della centrale di Montalto di Castro.

La soluzione ai problemi energetici del paese non è un ritorno al nucleare che, a questo stato di tecnologia comporta costi elevati, tempi molto lunghi, problemi legati allo smaltimento delle scorie radioattive, ma un forte investimento in efficienza, risparmio energetico, innovazione tecnologica, fonti rinnovabili per affrontare le sfide che abbiamo davanti oltre ad accompagnare, aiutare, sostenere le scelte di imprese, istituzioni, cittadini che consentono di migliorare la qualità della nostra vita e la competitività della nostra economia, cogliendo le opportunità offerte dalla green economy, come avvine in Francia e nel Regno Unito dove investono per la realizzazione di impianti biogas alimentati con insilato di mais e insilato di piante intere.
Il biogas è una delle forme di produzione energetica più ecologiche al mondo, in quando può essere generato da liquame, letame, cibo e altri rifiuti, tutti agenti inquinanti che però, se utilizzati a dovere, potrebbero tornare più che utili.

mercoledì 13 gennaio 2010

"Sono stato a Rosarno" di Jean Leonard Touadì

Vorrei ringraziare di cuore tutti voi che mi avete incoraggiato mentre andavo a Rosarno.
Venerdi 8 mi ero svegliato senza minimamente pensare che sarei andato in Calabria. Non era in calendario. Solo che, arrivando in ufficio, vedendo su Sky le immagini agghiaccianti che provenivano da Rosarno ho deciso di andare giù. Era la prima intuizione. Sentivo che il mio posto era lì, accanto a questi giovani ragazzi africani nuovi schiavi africani nell'Italia del 2010; accanto a questa città sconvolta dalla violenza e dai saccheggi. Ho sentito dentro di me che dovevo stare lì senza nemmeno focalizzare per bene lo scopo. Ma la prima intuizione non poteva da sola bastare. Devo sempre ricordare a me stesso che non sono più solo ed esclusivamente me stesso, con i miei pensieri, i miei slanci, le mie pazzie. Non sono più il giornalista di una volta che usava partire d'improvviso verso terre di fuoco dove i conflitti miettevano vittime e la testimonianza giornalistica era nello stesso tempo un dovere e una missione. Devo sempre ricordare che ho una personalità pubblica, sono deputato della repubblica, sono parte di un movimento politico (Il Pd) e dunque ogni mia mossa ha una valenza e una lettura pubblica. Ho, quindi, responsabilmente preso tutti i contatti istituzionali, parlamentari, di partito e con le autorità locali calabresi. In realtà, tutti sconsigliavano per validissimi motivi che condivido la mia visita a Rosarno. Ma ho deciso lo stesso di andare perchè sentivo più forte il mio imperativo categorico personale, al contempo etico e politico. Ho deciso che il mio posto era lì. Fortunatamente l'Alitalia ha fatto la brava. Ho trovato subito posto e ho prenotato una macchina per andare da Lamezia a Rosarno accompagnato da Mattia Stella, mio bravissimo assistente e coadiuvati da Roma dalla mia fidatissima segretaria Giulia.
Sono arrivato a Rosarno alla guida di una punto grigia. Ad aspettarci al Casello un sacerdote, Don Pino, referente locale dell'associazione Libera di Don Ciotti, una vera manna grazie al quale ho potuto trovare la strada per incontrare le persone che m'interessava incontrare, i giovani immigrati.
Mi sono trovato in mezzo a due realtà infuocate, a due vittime arrabbiate e sotto shock: da un lato gli abitanti di Rosarno quasi tutti fuori nelle piazze con la rabbia dentro il cuore e sui volti. Mi sono fatto strada preceduto da Don Pino e, passando, ho provato a stabilire un contatto con un sorriso, una stretta di mano, un'occhiata. Sentivo dall'altra parte solo indifferenza, fastidio oppure sfida. In fondo ero un nero, ben vistito certo, sorridente certo ma un nero e non capivano cosa stessi facendo lì nella loro Rosarno accompagnato da quel prete amico dei "nivuri". A pochi metri loro, il gruppo dei ragazzi stranieri che mi hanno accolto come si accoglie in Africa una persona più grande, un amico, ma anche con diffidenza. Dentro di loro potevo leggere: "cosa ci fa qui un nero circondato dal rispetto di tutti, compreso quello degli ufficiali dei carabinieri che davanti a lui dimostrano rispetto". Sentivano che ero diverso non solo per l'età e i cappelli grigi, ma qualcosa diceva anche che ero uno di loro. Che si potevano fidare. I dubbi si sono sciolti quando ho salutato in modo per loro inequivocabile, in francese e in inglese, ma con gesti e una retorica per loro familiare. Ho sentito la tensione allentarsi e il silenzio calare su quei volti impauriti e diffidenti di fronte all'autorità italiana. Ho detto loro due cose: la prima e la più importante per me era la solidarietà e la vicinanza per le loro condizioni di vita, di lavoro e per il naufragio dei loro sogni. Ho detto loro che mi vergognavo come africano di vederli in quel posto in condizioni peggiori di quelli dai quali pensavano di sfuggire. Ho detto loro che mi vergognavo per la morte dei loro sogni nel miraggio agognato che si è rivelato più arido del deserto abbandonato in Africa. La seconda cosa che ho detto loro era che dovevano abbandonare la strada della violenza, frutto di una rabbia istintiva di fronte alla sparatoria di cui sono state vittime cinque di loro, ma che era una strada senza uscita, un vicolo cieco che rischiava di seppellire le mille ragioni della loro rabbia e frutrazione di fronte alla condizione di schiavitù dentro la quale si trovavano. Ho ricordato loro che in Sudafrica e soprattutto nella lotta per i diritti umani, le cose migliori che i neri avevano ottenuto li avevano ottenuti con la pratica della non violenza, fatte salve ovviamente le situazioni estreme di legittima difesa di fronte ad una oppressione insopportabile. Loro mi hanno risposto facendomi vedere le loro condizioni di vita. impossibili da descrivere in un testo. Mi hanno raccontato di guadagnare 25 euro dei quali 3 vanno a pagare il pasto quotidiano, 5 per il trasporto e l'intermediario e altri 5 per il pernottamento in quelle condizioni indegne degli esseri umani. Mi hanno detto che loro non potevano accettare di essere considerati delle prede vittime della voglia di sparare degli abitanti del luogo che ogni tanto scarivano su di loro dei proiettili ordinati e indirizzati dalla malavita organizzata senza la quale nulla si muove in queste contrade. Mi hanno spiegato che loro avevano ormai paura e che volevano lasciare al più presto Rosarno, se possibile nella notte stessa. Avrei voluto portarli tutti a casa mia. Mi sono accontentato di spiegare loro che le autorità stavano pensando ad evacuarli con i tempi lenti delle decisioni politiche ed amministrative. Avevano ragione loro. Dieci minuti dopo la mia partenza da Rosarno ci sono state altre aggressioni.
Mi ero trovato a Rosarno in una situazione alquanto ambigua. Due fazioni l'una di fronte all'altra e io in mezzo. Due fazioni di cui mi sentivo parte: l'Africa delle mie origini; e l'Italia mia terra di scelta, di vita, la mia nuova patria e quella dei miei figli. Ero in mezzo, impotente ma deciso a fare la mia parte perché potesse rimanere un filo aperto tra le due fazioni. Non potevo e non dovevo scegliere. Ero obbligato ad essere un uomo di mediazione, un politico e cioé una persona di pace che ricompone ad armonica ricomposizione gli interessi divergenti presenti nella società. Mi sono sentito impotente ma utile; amareggiato per l'accaduto ma determinato nel proseguire la via della mediazione sociale e culturale.
Voglio, vorrei, offrire all'Italia un cantiere, un laboratorio, un sogno. Quello di una società senza schiavi che vagano da un punto all'altro della peninsola, bracianti senza diritti ne dignità, vittime del "cattivismo" della Lega e del Ministro Maroni. Un'Italia talmente sicura di se, delle sue risorse, del suo patrimonio da non temere la novità dell'innesto. Un'Italia che non teme la consapevolezza di un'identità che sia un organismo vivente ad alta complessità e diversità. Un'Italia meticcia dove le persone contano perché sono persone e dove la democrazia si misura nella capacità de restituire umanità alle donne e agli uomini, qualunque siano il colore della pelle, la condizione sociale, la religione, l'orientamento sessuale. Un'Italia che abbandoni le strade della paura per solcare le piste di un futuro plurale, equo e socialmente inclusivo.

giovedì 7 gennaio 2010

Il Presidente dell’Assemblea Regionale Pd Abruzzo, Manola Di Pasquale, commenta i lavori e le linee guida intaprese durante l’incontro del 29/12/09


"All’assemblea del 29 dicembre vi è stata una bella partecipazione e ne è venuto fuori un importate contributo di idee.
Con un grande spirito di appartenenza l’assemblea ha manifestato la necessità di chiudere quanto prima i lavori congressuali ed iniziare a lavorare intorno a progetti e contenuti che servono per dare delle risposte concrete ai numerosi problemi che attanagliano l’Abruzzo ed i singoli territorio rendendo il partito più vicino alla collettività.
Si è avvertita la necessità che, nelle riunioni di partito si torni a ridiscutere dei problemi veri della politica e degli abruzzesi lasciando dietro la porta quelle vuote discussioni di posizionamenti politici e di affermazione individuali, che logorano gli interessi collettivi.
Ed è in questa ottica che la Presidenza ha lanciato una ipotesi di lavoro che prevedere accanto agli organi ufficiali di partito la costituzione di due forum l’uno tutto al femminile legato ai più svariati profili che tale mondo riveste; e l’altro costituito da tutti gli amministratori abruzzesi.
Il confronto continuo e diretto attraverso vere e proprie tavole rotonde non soltanto può consentire di mettere a disposizioni di tutti le esperienze maturate dai singoli amministratori, ma permette di affrontare con unitarietà e concretezza i temi più difficili che oggi ogni amministrazione affronta. L’assise degli amministratori può dunque divenire un importante laboratorio di idee e di
progettualità politica preziosa per un partito che deve riempirsi di contenuti per divenire vera e credibile forza di governo.
Negli ultimi anni gli amministratori si sono sentiti soli ad affrontare e risolvere sempre più complesse problematiche e spesso è mancato quell’ appoggio politico necessario per trovare la forza di effettuare scelte difficili, ma necessarie, per la tutela degli interessi di una collettività.
I forum , inoltre, potranno contribuire ad individuare posizioni unitarie su problematiche controversie ed attuali come quello dei rifiuti, della sanità, dell’occupazione, dell’economia ecc..
E’ necessario, quindi, iniziare a lavorare insieme per far grande il nostro partito democratico."

Manola Di Pasquale

sabato 2 gennaio 2010

ABRUZZO, IL PD INVESTE SUL RINNOVAMENTO: ELETTO L’ESECUTIVO REGIONALE


Il segretario Paolucci: «La sfida del rinnovamento dell’Abruzzo deve iniziare nei partiti»

Pescara, 2 gennaio – Un profondo rinnovamento, non solo generazionale: è questo l’elemento centrale dell’elezione di segreteria ed esecutivo del Partito Democratico abruzzese.
Al fianco del segretario Silvio Paolucci per i prossimi anni ci sarà un esecutivo con una forte presenza di giovani, di donne e di competenze tecniche.
Coordinatore dell’esecutivo e responsabile economico sarà Giovanni Di Fonzo, Francesco Mancini si occuperà di lavoro e impresa, Maria Amato di welfare, Francesco D’Atri delle politiche per la salute, Pierino Di Pietro di ambiente e sviluppo sostenibile, Donato De Falcis di agricoltura, Nicola Sposetti di trasporti e mobilità.
E ancora, di urbanistica e lavori pubblici si occuperà Gabriele Florindi, Giuseppe Esposito di servizi pubblici, Mirko Secone di pubblica amministrazione, Emilio Longhi di saperi, Vincenzo Rivera di ricostruzione, Marco Alessandrini di etica e legalità. Per il turismo ci sarà Raffaele Cavallo, per i parchi Antonio Innaurato, Massimiliano Perazzetti si occuperà di innovazione tecnologica e Fabio Maccione di associazionismo e terzo settore, Francesco Piccirilli centro studi e formazione.
«Un esecutivo di alto profilo, composto da persone di ogni generazione che provengono dal mondo dell’università, del lavoro, delle professioni, delle imprese. Crediamo fino in fondo nella necessità di liberare le energie migliori» dice Paolucci «e questa sfida deve iniziare proprio dai partiti».
Accanto all’esecutivo, è stato eletta dall’assemblea regionale anche la segreteria.
Vicesegretario sarà Gianluca Fusilli, e dell’organismo fanno parte Andrea Catena, Daniela Astolfi, Piero Di Stefano, Francesca Ciafardini, Ilaria Cacciarelli, Camillo D’Alessandro, Gianni Risi, Giuseppe D’Alonso, Renzo Di Sabatino, Silvina Sarra, Nicola Pisegna Orlando, Fabio Ranieri, Ilaria De Santis e Silvio Basile.